Yerri Mina ripete su Osimhen la “mossa del capezzolo”: reazione furente del nigeriano
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La mossa del capezzolo. Yerry Mina l'ha praticata anche con Victor Osimhen. Dopo averla messa in atto contro Zirkzee del Bologna, si è ripetuto anche con l'attaccante del Napoli. Con le buone o con le cattive maniere, ricorrendo a tutti i trucchi (anche quelli sporchi) possibili, il difensore colombiano fa di tutto per marcare l'avversario, innervosirlo, neutralizzarlo, tendergli la trappola dell'eventuale reazione.
L'arbitro non vede – è successo anche a Luca Pairetto in occasione della partita degli azzurri a Cagliari, non c'è possibilità da parte del Var di intervenire – e fischia la punizione a favore del centrale sudamericano che nel frattempo è finito a terra per lo spintone del nigeriano. Una spallata rifilata per liberarsi di quel fastidio doloroso, come gesto istintivo a quel pizzicotto che fa male. La punta dei partenopei la prende male soprattutto quando si vede fischiato il fallo contro: si rivolge verso il direttore di gara con stupore, obiettando che dovrebbe essere punito il centrale dei sardi e non lui. Agita le mani nell'aria, non si capacita di come la faccia franca ma può nulla se non continuare a giocare.
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La sequenza delle immagini mostra con il fischietto stia guardando in un'altra direzione rispetto al punto di contatto. Oltretutto, sia Osimhen sia Mina sono rivolti a lui di spalle e tutti guardano lo sviluppo dell'azione che sta avvenendo lontano dai due contendenti. Il difensore colombiano affronta con aggressività il nigeriano, lo tallona, lo strattona per la maglia, usa la fisicità e si frappone tra lui e la porta, gli chiude lo spazio, gli toglie il fiato e il tempo per ragionare. Da lì non deve passare, in un modo o nell'altro.
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Nello specifico il replay dell'azione proposto da Dazn mostra cosa è successo in quel corpo a corpo del primo tempo e perché Osimhen ha avuto quella reazione furibonda. Si nota la mano destra di Yerry Mina che stringe il petto di Osimhen, fino a pizzicargli il capezzolo, mentre con il braccio sinistro ne tampona il movimento a rientrare. Il colombiano sa che non ha molte opportunità per stopparlo, gli deve impedire di girarsi e prendersi lo spazio sufficiente per scattare in profondità. Lo fa in maniera poco convenzionale e con tutta l'astuzia del momento restando impunito, perché in apparenza fa nulla che meriti una sanzione, che sia la semplice punizione fischiata contro o addirittura un cartellino giallo.