Xavi regala al Barcellona il suo ultimo gesto di incondizionato amore: rinuncia ad una fortuna
Xavi Hernández lo aveva annunciato già a gennaio e poi ha ufficializzato il proprio addio dalla panchina del Barcellona non appena si è conclusa la stagione. "Il club della vita, difficilissimo da lasciare" aveva detto in un sentito saluto al mondo catalano che è stato il suo mondo, sia da giocatore sia da tecnico. Aggiungendo una postilla non da poco, conoscendo il difficile momento economico che attraversa la società spagnola: "Non sarò mai un problema". Una promessa che è diventata subito realtà perché l'ex tecnico ha rinunciato a una fortuna, in un ultimo gesto di incondizionato amore verso i colori azulgrana.
Xavi ha ormai concluso il suo mandato da allenatore del Barcellona, nel modo più indolore possibile per tutti, senza strappi né tentennamenti: l'ex centrocampista e il Barça hanno raggiunto un accordo sull'esonero per la separazione in cui, come il tecnico aveva già annunciato, si è dimostrato estremamente vantaggioso per il club. Xavi si è dimesso rinunciando alle clausole contrattuali, senza pretendere alcunché e di fatto rendendo più facile per il presidente Joan Laporta ingaggiare da subito il suo successore: Hansi Flick.
L'unica richiesta di Xavi è per il suo staff
Se ce ne fosse stato bisogno Xavi ha confermato nel suo addio il suo stretto legame con l'entità catalana, indissolubile anche nel momento più difficile: "Non sarò un problema", aveva ripetuto più e più volte quando gli era stato chiesto della sua separazione con la società. Ed è stato di parola: aveva un contratto, rivisto e corretto solo un mese prima, con scadenza a giugno 2025, firmato per una cifra complessiva da 15 milioni di euro per sé e per i suoi 5 collaboratori.
L'ex centrocampista ha praticamente rinunciato a tutto: ha chiesto solamente che gli vengano pagati i 2,5 euro, pari a metà della sua clausola che lui stesso aveva anticipato al club per poter lasciare l'Al Sadd, nel novembre 2021. Ed una sola richiesta intransigente: lui non pretende nulla a patto che tutti i suoi collaboratori dovranno ricevere quanto dovuto e stipulato.
La differenza con Koeman e Setién
Non un aspetto secondario se si pensa che Xavi è stato licenziato dl Barcellona e non si è dimesso autonomamente e quindi avrebbe potuto pretendere indennizzi e risarcimenti. Invece, tutto si è concluso nel migliore dei modi, non come accadde per alcuni suoi predecessori. Anche Ronald Koeman e Quique Setién erano stati licenziati ma fecero muro col club: il tecnico olandese chiese ben 12 milioni (condonandone solo due) mentre il cantabrico fece causa al club per violazione del contratto.