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Mondiali in Qatar 2022

Weghorst trasforma l’insulto di Messi ai Mondiali in un complimento: “Almeno ora sa il mio nome”

L’attaccante olandese Wout Weghorst è tornato al gol, in Coppa di Turchia con la maglia del Besiktas. Ed è tornato a parlare per la prima volta dopo i Mondiali, sul “que te miras, bobo” pronunciato da Messi: “Io lo considero il migliore. L’insulto? Significa che ho fatto qualcosa di giusto…”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Mondiale oramai è alle spalle, chi vi ha partecipato è tornato a lavorare con i rispettivi club con cui sono ripresi anche le gare ufficiali,  in attesa della ripartenza generale dei vari campionati. Così, anche per Wout Weghorst è giunto il momento di scendere di nuovo in campo, questa volta con la maglia del Besiktas per al Coppa di Turchia. Occasione per tornare a festeggiare e lasciarsi alle spalle uno dei momenti divenuti più iconici di Qatar 2022 che lo riguarda da vicino: Leo Messi che lo insulta in diretta TV subito dopo Argentina-Olanda.

Quel "que te miras, bobo" che la Pulce disse in diretta TV nell'immediato furente post partita contro l'Olanda che decretò il passaggio alla semifinale dell'Argentina dopo i rigori, è diventato già letteratura calcistica. Un'uscita improvvisa e inaspettata di Messi che fece molto discutere e che nascondeva una storia che venne alla luce qualche giorno più tardi. Una frase che con la "Scaloneta" campione del Mondo è stata ‘adottata' da compagni e tifosi, diventando virale e un timbro indelebile dell'impresa in Qatar, tanto quanto altri momenti entrati nell'immaginario collettivo degli argentini, come la colonna sonora mondiale muchachos o la commozione incontenibile del ct Scaloni.

Suo malgrado, in quel 9 dicembre salì alla ribalta delle cronache anche Wout Weghorst, attaccante del Burnley – e oggi in prestito al Besiktas – e della Nazionale di Van Gaal che contro l'Argentina fu tra i protagonisti delle tante polemiche: ammonito a fine primo tempo, quando era ancora in panchina, entrò nel finale diventando determinante per gli orange con una storica doppietta che portò l'Olanda dallo 0-2 al 2-2. Poi, ai calci di rigore, segnò il proprio che però non valse la qualificazione vanificata dagli errori di van Dijk e Beghuis. Fino all'epilogo che tutti hanno imparato a conoscere: gli alterchi nati tra i giocatori durante i calci di rigore, la furia di Messi nel tunnel rivolta proprio a Weghorst che gli chiedeva la maglia, l'insulto in diretta in una trance agonistica che faticava a scomparire.

Poi, il silenzio. Weghorst non è mai più tornato sull'argomento mentre quel "que te miras, bobo" passava di bocca in bocca mentre l'Argentina compiva la sua cavalcata mondiale, fino all'apoteosi contro la Francia e alla consacrazione ai posteri della Pulce. Silenzio, fino ad oggi con l'attaccante olandese del Besiktas che è tornato sull'argomento nel giorno in cui è tornato a festeggiare il suo ritorno al gol, nei sedicesimi della Coppa Nazionale turca, siglando il poker al Sanliurfas: "Ho giocato contro Messi e ci sono stati alcune tensioni tra di noi, penso che non l'abbia apprezzato e ne sia rimasto un po' sorpreso. Ma ho molto rispetto per lui, perché è il migliore, o uno dei migliori giocatori di sempre". Davanti al quale non ha avuto alcun timore reverenziale: "Quando si scende in campo per me tutti sono uguali, non importa se gioco contro Messi o qualcun altro, darò sempre il massimo e questo è ciò che ho fatto anche nei quarti di finale della Coppa del Mondo".

Nessun rimpianto, nessun rammarico, nemmeno di fronte alle offese di una Pulga irritata e fumantina in diretta televisiva, che aveva di fatto sorpreso lo stesso Weghorst in ciò che l'olandese ricorderà come un enorme equivoco. "Io volevo solamente rendergli omaggio dopo la partita, ma evidentemente non era pronto a questo. Mi ha dato dell'idiota? Beh, lo vedo come un bel complimento: se ora sa il mio nome significa che ho fatto qualcosa di giusto…"

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