video suggerito
video suggerito

Weah: “Ronaldo non è il migliore del mondo, si è allenato per esserlo. In Lukaku rivedo mia storia”

George Weah ha l’Italia e la Serie A nel cuore. Il primo calciatore non europeo a vincere il Pallone d’Oro ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello sport del nostro campionato e su quale sia la rivale più pericolosa per il suo Milan: “Dico Juventus per due motivi: perché da bambino tifavo per la Juve e perché vince da nove anni”.
A cura di Vito Lamorte
44 CONDIVISIONI
Immagine

George Weah è stato il primo calciatore non europeo a vincere il Pallone d'Oro ed è molto legato alla nostra Serie A. L'ex attaccante del Milan, che attualmente ricopre la carica di presidente della Liberia, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport ha passato i raggi X il nostro campionato e secondo ha le idee chiare su quale sia la rivale più pericolosa per il Milan nella corsa Scudetto: "Dico Juventus per due motivi: perché da bambino tifavo per la Juve e perché vince da nove anni. Quando ero piccolo in Africa non arrivavano le immagini della Serie A, eravamo legati al calcio francese e facevano vedere le immagini di Platini in Italia, così mi affezionai alla Juve. Poi la vita mi ha portato al Milan e lì ho trovato una famiglia oltre ad un fantastico ambiente di lavoro. Il Milan mi ha dato tutto, ma il tifo per la Juve è rimasto".

Parole al miele per Zlatan Ibrahimovic, che ritiene "un condottiero" e parla così del suo ritorno in rossonero dopo quasi dieci anni: "Sono contento che il Milan l’abbia preso perché può essere molto utile al club nel lavoro con i giovani perché i ragazzi, tanto in prima squadra come nella Primavera, in lui hanno un grande esempio e una fonte d’ispirazione. Uno che possono ammirare e considerare un leader che li può guidare".

Immagine

Weah ha elogi per tutti e quando parla di Romelu Lukaku fa riferimento al percorso che ha fatti lui: "Se penso a lui ricordo la mia storia: quando decisi di muovermi dalla Francia all’Italia la gente mi diceva che da voi non ce l’avrei fatta perché il campionato italiano è duro, complicato, tattico. Io mi trovai benissimo perché credevo nelle  mie qualità e lo stesso mi sembra stia succedendo a Lukaku: era già un ottimo giocatore ed è migliorato ancora, lo trovo più completo rispetto al suo passaggio in Inghilterra”.

Infine il Pallone d'Oro del 1995 parla così di Cristiano Ronaldo: "È la testimonianza più alta di come grazie al lavoro e alla passione si possano raggiungere obiettivi sulla carta impensabili. La storia di Ronaldo ti dice che se credi di poter fare una cosa, la puoi fare. Non è il migliore del mondo, ma si è allenato in maniera incredibile per diventarlo. Sono un suo fan, perché non ha perso l’umiltà e si è guadagnato tutto ciò che ha, ha lottato metro per metro per arrivare dov’è ora”.

44 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views