Wayne Rooney dura 83 giorni al Birmingham e dopo l’esonero si sfoga: “Ci vorrà tempo per riprendermi”
Wayne Rooney dopo aver appeso gli scarpini al chiodo è diventato subito allenatore. La sua carriera da tecnico, però, fin qui è stata orrenda. Una delusione dietro l'altra. Al Birmingham ha provato a rilanciarsi, ma la sua avventura con il club di Championship è durata appena 83 giorni. Una sconfitta dietro l'altra, la squadra è passata dal 6° al 20° posto e dopo meno di tre mesi è arrivata la separazione. L'ex bomber dello United inizia il 2024 in modo orribile e non ha fatto nulla per mascherare la sua delusione.
Quasi 900 partite in carriera, oltre 300 gol, una sfilza di trofei e di primati con il Manchester United, del quale è stato una bandiera assoluta. Da allenatore non sta andando granché. Un anno e mezzo faticosi con il Derby County, poi l'avventura americana con la squadra di Washington, peggio che andar di notte (28° e 23° posto). Poi l'occasione di tornare in patria. Il Birmingham, società ambiziosa e con un passato discreto nemmeno tanto lontano lo ingaggia nel mese di ottobre.
La squadra è sesta, ed è in zona playoff in un campionato dominato dal Leicester di Enzo Maresca. Rooney sale a bordo e, ahi lui, non ne indovina nulla. Il Birmingham in 83 giorni perde quattordici posizioni e vince solo due partite su quindici (nove perse). Il 3-0 con il Leeds di Capodanno è decisivo per il destino di Rooney che dopo appena 83 giorni viene esonerato.
Una decisione che pare, risultati alla mano, tutto sommato comprensibile, anche se a Rooney non è andata giù. Sui suoi profili social l'ex attaccante del Manchester United ha ringraziato la proprietà e ha ribadito che fondamentali sono i risultati: "Il calcio è una questione di risultati, so bene che non sono stati ai livelli attesi. Vorrei ringraziare i comproprietari e i dirigenti del Birmingham per l'opportunità che mi hanno dato".
Il trentottenne tecnico, però, con sincerità ammette di aver sentito il colpo e al tempo stesso rifila una stoccata alla proprietà che non gli ha lasciato il tempo necessario per continuare il suo lavoro al Birmingham: "Il tempo è il bene più prezioso per ogni allenatore e non credo che tredici settimane siano state sufficienti per supervisionare i cambiamenti necessari. Personalmente mi ci vorrà del tempo per riprendermi da questa battuta d'arresto. Ora ho intenzione di passare del tempo con la mia famiglia".