Walter Sabatini: “Lotito mi disse: ‘Fai il direttore sportivo di nascosto’. Ero squalificato”
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Walter Sabatini è a casa senza squadra, ma aspetta sempre la chiamata di qualcuno che abbia bisogno di un uomo che conosce il calcio come pochi e voglia puntare sulla sua dedizione totale alla professione di direttore sportivo. Così come fece Claudio Lotito, che nel 2004 si affidò a lui nonostante fosse squalificato per cinque anni (dal 2000 al 2005), per aver violato le norme federali in materia di tesseramento di calciatori extracomunitari. Per Sabatini era stata anche proposta la radiazione, resa esecutiva dall'allora presidente della FIGC Franco Carraro, ma il CONI l'annullò: il dirigente umbro dovette dunque solo scontare l'inibizione a svolgere qualsiasi ruolo ufficiale nel calcio, fino al marzo 2005. In quel periodo per lui orribile, Lotito lo portò alla Lazio assieme a un "direttore sportivo di copertura" (locuzione usata dallo stesso Sabatini), ovvero Carlo Osti.
Sabatini racconta la chiamata di Lotito alla Lazio: "Fai il direttore sportivo di nascosto"
"Alla Lazio ci sono tornato con Lotito (vi era già stato tra il 1992 e il 1994 lavorando nel settore giovanile, ndr), in un momento molto triste della mia vita – racconta Sabatini al podcast DoppioPasso – perché ingiustamente mi avevano comminato una squalifica assurda per tesseramenti di ragazzini extracomunitari, cosa destituita di qualsiasi fondamento perché non era vero. Ho beccato una squalifica lunga, è stato difficile sopportarla. Devo dire che solamente Lotito con il coraggio che ha, perché è un uomo che ha molto coraggio, se n'è fregato di questa cosa qui. Mi ha detto: ‘Vabbè, fai il direttore sportivo di nascosto, trova un direttore sportivo e tu lo fai di nascosto'. Cosa che è successa, sono stato parecchi anni alla Lazio (fino al 2008, mentre Osti si sarebbe dimesso nel 2006, ndr)".
![Walter Sabatini in panchina all'Olimpico: è stato direttore sportivo sia della Lazio che della Roma](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/sabatini-olimpico.jpg)
Sabatini di Lotito ha un ottimo ricordo: "A dispetto di quello che la gente può pensare, è un uomo veramente divertente, basta che non si parla di soldi sennò non diventa divertente… Sono stato bene con lui".
Il bellissimo gesto di Zamparini: "Sabatini, si faccia pagare tutti gli stipendi non dovuti"
Ma le parole più belle, il 69enne di Marsciano le spende per un altro presidente per cui ha lavorato, Maurizio Zamparini: "Dopo Lotito sono andato con Zamparini al Palermo. Era veramente un fenomeno, un uomo carismatico, brontolone, cupo. Cupo ridendo però, perché usava molto il ridere e il sorridere, un uomo di cultura, però uno screanzato. Eh perché lui arrivava e cacciava gli allenatori, notte tempo li cacciava proprio… Era un presidente generoso da tutte le qualità del mondo, intellettualmente di alto livello, perché era un uomo che imprevedibilmente leggeva molto, guardava, si interessava molto di filosofia, era un uomo veramente di grande spessore, mi manca molto".
Su Zamparini, Sabatini ne ha da raccontare: "Mi mancano anche i litigi con lui, c'erano litigi difficili anche da raccontare. Un giorno io e Zamparini stavamo litigando al terzo piano, Massara – che aveva l'ufficio con Sensibile al secondo – è venuto su sconvolto, ha detto: ‘Ma che è successo, perché di sotto non riusciamo neanche a parlarle per le urla che si sentono'. Con Zamparini si urlava veramente eh, sempre per difendere l'allenatore, perché con Zamparini se non difendevi l'allenatore duravi dieci anni, se difendevi l'allenatore eri a rischio".
![Sabatini con Maurizio Zamparini e Delio Rossi ai tempi del Palermo](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/sabatini-zamparini-rossi.jpg)
C'è un episodio in particolare, che Sabatini ricorda, che spiega che uomo fosse Zamparini: "Lui me lo diceva: ‘Lei non mi deve rompere i coglioni dopo le 18:30, perché io ho gli orari contadini, alle 18 mangio, ceno, poi stacco tutto, perché smetto di lavorare, quindi non mi chiami dopo questo orario'. Quando ho visto che era lui alle 19 dico: ‘Ecco fatto, è successo'. Mi fa una telefonata delirante: ‘Questo non va bene, quello non va bene', tenete presente che eravamo terzi in classifica con Rossi allenatore, avevamo una squadra fortissima. Vincevamo a Torino con la Juventus tutte le volte che andavamo, eravamo veramente una squadra formidabile. Allora io gli dico, alla fine di tutto questo sfogo che lui ha avuto con me, gli dico: ‘Presidente, ma mi dice una cosa che gli manca sportivamente per essere felice, mi dica che gli manca per essere felice'. ‘Ah per essere felice glielo dico subito, che lei e Delio Rossi vi levate dal cazzo'. Questo era Zamparini. ‘Presidente, con me non ci sono problemi, domattina alle 9 ha le mie dimissioni sul tavolo – gli dico – ma con Rossi non credo che è disposto a dimettersi'. E me ne sono andato".
La vicenda non finì tuttavia in quel momento: "Dopo la squadra ha continuato a fare bene, è andata in finale di Coppa Italia contro l'Inter di Mourinho e abbiamo giocato a Roma, c'erano 30mila palermitani, c'era la città colorata di rosa, erano tutti tutti con la maglia rosa. Abbiamo perso 3-1 devo dire immeritatamente perché è una partita che poteva tranquillamente finire in parità. Dopo qualche giorno, non subito, dopo qualche giorno mi chiama Zamparini, rispondo e mi fa: ‘Direttore, senta, faccia una cosa, vada dall'amministratore delegato e si faccia pagare tutti gli stipendi'. Dico: ‘Presidente, non è tenuto a pagarmi'. ‘Eh lo so, che cazzo mi dice, lo so che non devo pagare, però vada e si faccia dare i soldi'. È l'unico presidente al mondo che rincorre un suo dipendente per pagargli i soldi non dovuti, io ero dimissionario, avendo accolto il suo invito mi ero dimesso, quindi non mi doveva niente. Ecco, Zamparini era un uomo con dei princìpi".