video suggerito
video suggerito

Walter Sabatini: “Dopo 20 anni arriva il messaggio di un giocatore: Pensavo di potermi fidare di lei”

Walter Sabatini svela il messaggio che è comparso sul suo telefonino, un calciatore rispuntato dal passato: lo ha ferito profondamente.
A cura di Paolo Fiorenza
43 CONDIVISIONI
Immagine

Walter Sabatini a 69 anni è attualmente senza squadra dopo l'addio alla Salernitana dello scorso giugno, è un po' acciaccato, ma si propone ancora a chiunque abbia bisogno di un uomo che vive per il calcio 24 ore al giorno. Il dirigente umbro sa muoversi come pochi nel mondo del pallone e nel corso della sua carriera ha intessuto rapporti con migliaia di protagonisti. Uno di loro è recentemente riemerso dal passato per mandargli un messaggio aspro: "Io pensavo che di lei ci si potesse fidare". Parole che hanno ferito Sabatini.

Lo spunto per raccontare l'aneddoto è la domanda che gli viene fatta nel corso del podcast ‘NetBetNews' su quale sia il calciatore più forte che ha scoperto: "Non è una domanda difficile, sarebbe facilissimo, ma non lo dirò mai, perché quando faccio il nome di un calciatore ne cancello sicuramente non meno di 20 e io non voglio che i calciatori siano in conflitto silenzioso con me. Perché li conosco i calciatori, la psicologia dei calciatori".

Walter Sabatini si trova un messaggio sul telefonino: è di un calciatore che non sente da 20 anni

A supporto di questo, Sabatini racconta cosa è successo recentemente. Sul suo telefonino è comparso un messaggio di qualcuno che non si faceva sentire da tantissimo tempo: "Addirittura mi ha mandato un messaggio un ragazzo che non sento da 20 anni, perché tempo fa ho dichiarato – ma lui non ha colto il senso di quello che avevo detto – perché ho detto: ‘Io sono andato in Champions League con una squadra fatta di prestiti, di parametri zero e via discorrendo'. Sto parlando della Lazio. Siamo andati in Champions League nel 2006-2007 con giocatori presi in prestito, in particolare dall'Udinese, con i parametri zero e con operazioni di questo tipo. Però era una squadra fortissima. Uno di questi calciatori mi ha mandato un messaggio dicendomi: ‘Ma io pensavo che di lei ci si potesse fidare e poi continuare a farlo. No, perché lei ha detto questa cosa'. Capisci quindi i calciatori covano interiormente dei sentimenti che sono difficilmente prevedibili".

Walter Sabatini con Danilo Iervolino con cui ha condiviso le due esperienze alla Salernitana
Walter Sabatini con Danilo Iervolino con cui ha condiviso le due esperienze alla Salernitana

"Mi è molto dispiaciuta questa cosa che ha detto questo giocatore che era stato in quella Lazio – continua Sabatini – Però io intendevo dire la la tipologia della costruzione della squadra, cioè normalmente va in Champions League chi programma, chi compra, chi nei periodi di calciomercato bussa forte a tavola. Lì sono stato devo dire molto fortunato, perché tutti i calciatori che ho preso sono andati oltre il loro reale valore. Ecco così adesso si incazzano anche gli altri… No, perché io sono affezionato a questi ricordi, io a quella squadra ho voluto veramente bene".

I sensi di colpa di Sabatini: "Perché un uomo giovane come Mihajlovic deve morire e io sono vivo?"

Così come Walter ha voluto tanto bene a Sinisa Mihajlovic, al punto da sentirsi in colpa perché gli è sopravvissuto: "Sinisa mi manca tanto, mi viene un indecente senso di colpa. Mi dico: ‘Perché lui sì e io no'. Io estremizzo sempre i sentimenti, li porto sempre in iperboli incredibili, perché io penso Sinisa in maniera asettica come essere umano, come giovane allenatore, anzi giovane uomo non allenatore. Perché era giovane, e mi viene in mente di dire: ‘Ma che giustizia è, perché un uomo giovane e brillante come Sinisa deve morire e io che sono una ciabatta vivente sono ancora in vita?'. Poi mi guardo intorno, dico perché è giusto che sia così, c'è quell'oggetto di 20 anni che è giusto che c'abbia ancora un padre per qualche anno (indica il figlio che è lì, ndr)".

Sabatini oggi a 69 anni a casa sua: "Per parlare senza affaticarmi devo usare l'ossigeno"
Sabatini oggi a 69 anni a casa sua: "Per parlare senza affaticarmi devo usare l'ossigeno"

Quanto al fatto se si ritenga fortunato o sfortunato, Sabatini non ha dubbi: "La fortuna è un'attitudine, la fortuna bisogna saperla pensare e io mai mi azzarderei a dire che sono stato sfortunato nella vita, anzi io sono stato un uomo estremamente fortunato. Ma la riconosco la fortuna, perché se tu non la riconosci la fortuna passa oltre. Io invece la riconosco e la cerco con i miei pensieri, cerco la fortuna, l'episodio fortunato, ho la situazione fortunata. Io la penso la fortuna e ci credo, credere al fato. Ma chi non sa pensare alla fortuna è automatico che diventa o potrà diventare un uomo sfortunato. Io a miei allenatori lo dico sempre: ‘Pensa alla fortuna perché la fortuna non ti tradisce, la fortuna ti tocca di diritto, una quota di fortuna'. Perché una quota di fortuna nella vita tocca a tutti, però se tu non te ne accorgi perché non riesci a pensarla, la fortuna tira dritto e passa oltre. Io mi sono accorto, tant'è che ancora oggi dico: ‘Sono stato un uomo veramente fortunato'. E continuo a esserlo perché non è finita. Non è finita…".

43 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views