Vlahovic annientato ancora una volta da Bremer: “Non ha mai preso palla”
Ventuno palloni giocati, zero tiri e altrettanti assist. I numeri di Dusan Vlahovic nel derby contro il Torino sono lo specchio delle difficoltà incontrate dal serbo che s'è ritrovato di fronte uno dei più forti difensori della Serie A. Nell'area di rigore dei granata c'è arrivato pochissimo, costretto spesso a girare alla larga. Bremer non gli ha concesso tregua, giocando alla sua maniera: fisicità che gli permette duelli "corpo a corpo" senza esclusione di colpi, lettura delle situazioni, fiuto e tempismo per gli anticipi. Stoico nel finale quando, nonostante un colpo al ginocchio sinistro preso in un contrasto con Morata, ha continuato a giocare palesando un andamento claudicante.
Le parole di Massimiliano Allegri confermano sia la serata no del serbo, sia la grande prestazione del suo diretto marcatore che lo ha preso in consegna. "Vlahovic deve imparare ancora tanto… ha fatto fatica, è un giocatore che deve imparare tanto – ha ammesso il tecnico parlando della sua prestazione contro il difensore granata -. Doveva portarlo a giro per il campo e non dargli riferimento e non lo ha fatto… sul diritto per diritto Bremer è più forte. Stasera Dusan era più appannato ma è normale, sta facendo un percorso di crescita. Prima era in una squadra che giocava una volta a settimana adesso ne ha fatte sei in due settimane e non è semplice".
A mettere ko il centrale brasiliano è stato solo l'infortunio, per il resto s'è confermato un muro contro il quale è andato a sbattere anche l'ex attaccante della Fiorentina. E Kean, mandato in campo per una mezzora al posto del serbo, è stato altrettanto impalpabile. Chiunque sia passato dalle parti del centrale sudamericano ha ricevuto lo stesso trattamento: ha agito di lotta e di governo, comandando la linea con autorevolezza. E l'ex Viola ne sa qualcosa.
Un mese fa, quando indossava ancora la maglia dei toscani, trascorse una serata da incubo sia a livello personale sia per l'esito dell'incontro che fu mortificante (4-0 pesantissimo) e alimentò polemiche nei suoi confronti che aveva già la valigia pronta per trasferirsi in bianconero. Anche allora il dato statistico spiegò bene la precarietà del calciatore, stretto tra le spire del brasiliano fino a essere asfissiato, annullato, ridimensionato: 73 minuti in campo, 34 palloni toccati, appena un tiro in porta poi il vuoto a corredo di una serataccia scandita (anche) dal pesante parziale.
"È un giocatore importante, sta facendo un campionato grandioso. È un ragazzo molto umile che non molla mai. E poi appunto aiuta potendo andare a pressare sapendo che dietro non subisci… lo si capiva da inizio stagione quanto sarebbe stato prezioso", ha ammesso Juric parlando di Bremer confermando quanto sia cresciuto tecnicamente.
"Bremer ha aggredito Vlahovic sul viaggio della palla, anticipa pulito e copre pulito, non fa mai fallo – il commento di Adani durante il collegamento sul canale Twitch della Bobo Tv -. Da solo copre il posto di due. Questo lo fa solo Koulibaly. E Vlahovic non l'ha mai presa". Il Toro ha blindato il brasiliano con il rinnovo del contratto fino al 2024 ma non è detto che nella prossima stagione sarà ancora a Torino. In Italia lo seguono la stessa Juventus oltre all'Inter e al Milan. All'estero i riflettori su di lui si sono accesi dalla Premier League. Quanto costa? Non meno di quaranta milioni di euro… almeno per adesso.