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Virgil van Dijk: “Ho rischiato di morire. Mia madre pregava Dio, io feci testamento”

Virgil van Dijk è una colonna del Liverpool e uno dei difensori più forti al mondo. Ha sfiorato la conquista del Pallone d’Oro ma la sua storia non è stata tutta rose e fiori. Otto anni fa ha rischiato di morire in un letto d’ospedale: “Non ce la facevo nemmeno ad alzarmi, il mio corpo era distrutto. Se fossi morto, parte dei miei soldi sarebbero andati a mia mamma”.
A cura di Maurizio De Santis
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Virgil Van Dijk ha sfiorato la vittoria del Pallone d'Oro, è uno dei difensori più forti in Europa e al mondo. I Reds versarono una barca di soldi per ingaggiarlo e adesso il suo valore è inestimabile. Il "gigante" olandese è una colonna del Liverpool che, alla ripresa della Premier League, proverà a mettere a in bacheca quel titolo che manca da 30 anni. Basta poco, a giudicare dal vantaggio abissale sul Manchester City, ma la pandemia è stata una brusca frenata. Agli urti della vita come degli avversari Virgil è abituato: cosa volete che sia un contrasto un po' più duro per uno come lui che ha visto la morte in faccia?

Otto anni fa – come raccontato nell'intervista al tabloid inglese Daily Mail – ha rischiato di non poter raccontare proprio nulla della sua carriera. Ci ripensa oggi, a 28 anni, che la vita e la fortuna gli hanno sorriso rispetto a quando, ricoverato nel letto d'ospedale, pensò addirittura di fare testamento a beneficio della madre. Le sue condizioni erano così critiche che l'idea di non farcela lo accompagnava per tutto il giorno.

Allora era solo un ragazzo che giocava nel Willem II ed era spaventato per il quadro clinico che si aggravò da un momento all'altro facendo temere il peggio. Peritonite, appendicite e infezione renale… stava messo davvero male. Il fisico non rispondeva ma van Dijk era abbastanza lucido da capire cosa gli accadeva.

L’unica cosa vedevo erano i tubi – ha ammesso van Dijk raccontando quei momenti durissimi -. Il mio corpo era a pezzi e non potevo farci nulla. Non potevo alzarmi dal letto e quando le mie condizioni peggiorarono mia madre pregò Dio perché mi salvassi. Ho dovuto firmare anche delle carte, era una specie di testamento. È stata una brutta esperienza ma sapevo che quella era una cosa che andava fatta. Se fossi morto, parte dei miei soldi sarebbero andati a mia mamma.

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