Violazioni del Financial Fair Play, perché il City è stato punito e il Psg no
Un cavillo legale. Un vizio di forma. Ufficialmente, ecco cosa ha salvato il Paris Saint-Germain dalle possibili sanzioni in materia di Fair Play Finanziario nonostante la Uefa avesse chiesto un supplemento d'indagine sui transalpini. Ufficiosamente, come emerso da un recente servizio del New York Times, la Federazione avrebbe adottato due pesi e due misure nella gestione di due casi molto simili e che vedono come protagonisti i due ricchi imprenditori.
Da un lato l'emiro del Qatar, Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, che ha fatto saltare il banco delle trattative e alimentato sospetti per gli ingaggi milionari di Neymar e Mbappé. Dall'altro lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan, che negli anni ha trasformato i Citizens una holding company intorno alla quale gravitano (oltre alla società della Premier) altre sette franchigie dal Giappone all'India.
Il vizio procedurale che ha "salvato" il Psg dall'indagine
L'uno (il presidente del Psg) ha beneficiato di un vulnus procedurale da parte della Camera giudicante dell'organo di controllo finanziario dei club (la revisione è stata presentata oltre i termini previsti dal regolamento). L'altro (il magnate del City) è stato punito severamente per le violazioni della normativa e per aver aggiustato i bilanci ricorrendo al "doping" delle sponsorizzazioni. Multa di 30 milioni di euro ed esclusione dalle Coppe per due stagioni (2020-2021, 2021-2022) è stato il verdetto della Commissione (Adjudicatory Chamber) contro il quale verrà presentato ricorso al Tas, lo stesso che aveva accolto la richiesta dei francesi per fermare la determinazione da parte degli inquirenti federali (Investigatory Chamber) a fare luce sulle presunte zone d'ombra nelle finanze dei francesi.
Le spese milionarie per Neymar e Mbappé sotto i riflettori
Sia Psg sia Manchester City era stati precedentemente sanzionati dalla Uefa con multe salate (60 milioni di euro) e limitazioni all'utilizzo delle rose ma il pugno di ferro s'è abbattuto solo sulla società inglese. Eppure anche nel 2017 il club parigino era finito sotto la lente per i 400 milioni di euro investiti in due anni per ingaggiare Neymar (222 milioni, il valore solo della clausola rescissoria) e poi Mbappé (180 milioni versati al Monaco con l'escamotage del prestito con obbligo di riscatto) ma è riuscito a cavarsela.
New York Times: presunte coperture dei francesi
Com'è stato possibile? Secondo il New York Times il massimo organismo calcistico europeo non avrebbe indagato a dovere per dimostrare omissioni e violazioni commesse in materia di Financial Fair Play e che risulterebbero da documenti ed e-mail compromettenti pubblicate dal giornale tedesco Der Spiegel. In buona sostanza – è la tesi del giornale americano – dalle carte risultava che il Psg avesse un'esposizione debitoria di 215 milioni nonostante il versamento (nel triennio compreso tra il 2014 e il 2016) di somme ingenti nelle casse del club in maniera non consentita. Carte che non hanno più alcun valore alla luce del pronunciamento del TAS, un verdetto che non ha dissolto tutte le ombre sul presunto "atteggiamento rinunciatario" della Uefa (come definito dal NYT).