Vinicius provoca e fa il gesto del ‘4-1’ con le mani: la panchina del Barcellona è furibonda
Vinicius Jr è stato protagonista in positivo e in negativo della Supercoppa di Spagna vinta in maniera trionfale dal Real Madrid contro il Barcellona per 4-1. L'attaccante brasiliano ha segnato una tripletta nel primo tempo e ha fatto impazzire la difesa avversaria, ma si è fatto notare anche per un gesto provocatorio nei confronti della panchina dei catalani.
Al 71′ Ronald Araujo ha commesso un fallo sull'esterno brasiliano che gli è costato il secondo cartellino giallo e, quindi, l'espulsione: Vinicius si era alzato e aveva esultato in maniera adrenalinica, e un po' fuori dalle righe, come in realtà aveva fatto anche a più ripetizioni nella prima parte di gara. Tra le risatine ed esultanze è arrivata la reazione della panchina del Barça, che non hanno apprezzato questo comportamento.
Dopo un breve scambio di battuto Vinicius Jr ha fatto il gesto del 4-1 con le mani, ricordando il risultato ai giocatori del Barça, e questa cosa ha aumentato ancora di più la rabbia e la che gli ha fatto saltare la panchina. I componenti della delegazione Culé non hanno apprezzato questo comportamento dell'avversario e si son fatti sentire: l'arbitro ha dovuto ristabilire la calma prima di far riprendere la partita.
In una Clasico ci sono già tantissime tensioni e Vinicius è stato capace di esasperare ancora di più il livello di scontro con il risultato già al sicuro.
Nella conferenza stampa post-partita, dopo aver ricevuto il premio di MVP della gara, Vinicius ha parlato così di queste situazioni che spesso lo vedono protagonista in campo: "Voglio diventare una persona migliore. Faccio di tutto per vincere. Finisco per far arrabbiare gli altri, me stesso e i miei compagni. Devo migliorare, ma devo continuare su questa linea. Sono molto triste. Tutti vogliono litigare con me perché tutti sanno che apparirà sulla stampa ‘Vinicius ha fatto questo o quello…' Cerco di essere tranquillo e concentrato sulla partita per poter dare il massimo per i miei compagni. Non sono un santo. Parlo troppo e faccio dribbling che non vanno fatti. Ma sono qui per migliorare ed essere un esempio per i ragazzi. L'allenatore e i miei compagni mi stanno insegnando cosa devo fare".