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Vincenzo Sarno, pagato 120 milioni a 10 anni: “Di quei soldi la mia famiglia ha visto ben poco”

Vincenzo Sarno si ritira dal calcio. La sua carriera segnata da quanto accaduto quando aveva 10 anni: considerato un enfant prodige si trasferì al Torino per una cifra record allora.
A cura di Marco Beltrami
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Il nome di Vincenzo Sarno a fine anni '90 era diventato molto popolare. Quel ragazzino di poco più di 10 anni era finito sulle prime pagine dei giornali, con tanto di trasmissioni televisive e approfondimenti dedicati a lui. Un enfant prodige del pallone, che sembrava destinato ad una carriera sfavillante. I soprannomi si sprecavano per quel piccolo fenomeno proveniente da Secondigliano che al Torneo di Natale del 1998 aveva conquistato tutti. Sono passati tanti anni da allora e le cose non sono andate come nelle aspettative.

La storia di Vincenzo Sarno, a 10 anni al Torino per 120 milioni di lire

Per il "figlio di Maradona", il Torino offrì 120 milioni di lire alla sua famiglia beffando una concorrenza spietata, come quella di Napoli, Parma, Empoli e di alcuni club inglesi. Il papà Ernesto disoccupato e con 4 figli, decise di accettare la proposta granata (e non quella del Napoli per il trattamento riservato al fratello, non gradito) con Vincenzino che nel 1999 lasciò la sua terra. Una scelta che con il senno del poi forse Sarno non rifarebbe come raccontato a Repubblica: "Avevano detto che il Torino avrebbe dato un lavoro a mio padre, che lui avrebbe trasferito la famiglia al Nord. Non andò così. Mi ritrovai da solo, dentro una vita che non conoscevo. E che da subito ho rifiutato".

Quel trasferimento che fece così clamore in realtà ha segnato per sempre il ragazzo: "Dei 120 milioni la famiglia ha visto poco. Sul mio trasferimento c’è stato un bel business. È stata una scelta sbagliata, fatta da persone che giravano attorno a me. Hanno cavalcato l’onda, i giornali, Porta a Porta, Domenica In, Le Iene. Non è stata colpa del Torino, e neppure della mia famiglia, che ha deciso ben poco. Non parlo volentieri di quel periodo. È stato breve, poco più di un mese, ma le pressioni sono arrivate forti. E mi hanno segnato".

Dopo il Torino, la Roma, il Chelsea e poi la Serie C

Un'esperienza che si concluse presto dando il via ad un nuovo peregrinare. Prima il ritorno a casa, poi la Roma dove si trovò bene nonostante una conclusione da dimenticare. Ricordi amari per Vincenzo Sarno che parla di scelte sbagliate da parte di chi doveva farlo per lui. Nel frattempo il tempo passava e a scuola, Sarno non riuscì a finire le superiori, tra Roma e il passaggio al Chelsea a 17 anni. Anche questa esperienza fu un flop: senza conoscere la lingua, e senza mai parlare con il manager dell'epoca Mourinho, a Londra il ragazzo rimase solo due settimane.

Da lì in poi ecco il lungo peregrinare nella Serie C italiana, con ben 14 società: "Il calcio è così, un giorno sei intoccabile, il giorno dopo si scordano di te". Paradossale come nonostante la titolarità nella Nazionale Under 20, Vincenzo non sia riuscito a trovare un posto fisso nel campionato sub-cadetto.

I successi di Sarno e il rapporto con De Zerbi

Nonostante tutto Sarno si è tolto qualche soddisfazione, conquistando quattro promozioni in Serie B, una dalla D alla C, una Coppa Italia di C e due Supercoppe di C. Quando si guarda indietro, il pensiero va a chi ha lasciato il segno nella sua formazione come Roberto De Zerbi, ai tempi del Foggia: "Sono contento di quello che ho fatto. E ho avuto la fortuna di conoscere un allenatore come Roberto De Zerbi, un genio, oggi uno dei più forti al mondo. Sono stato al Foggia dal 2014 al 2018, tre stagioni con lui, in tutto trenta gol. Non mi sono più ripetuto. De Zerbi era unico per quello che ti diceva negli spogliatoi, per come ti schierava in campo".

La carriera segnata dal trasferimento a 10 anni

D'altronde in C l'ex gioiellino riusciva a sentirsi importante piuttosto che magari passare in B dove non aveva "lo stesso mercato".  Non rinnega le sue scelte Sarno che in questa stagione ha chiuso nel FC Pompei in Serie D, per problemi fisici ma anche per intraprendere una nuova avventura: "La verità è che non mi divertivo più e avevo altri progetti. Ho preso il patentino da osservatore".

Tempo di bilanci per Vincenzino che ha pagato dazio più che ad un fisico minuto, alla sua infanzia sotto i riflettori: "L'altezza? Ero comunque veloce, nella corsa e nell’esecuzione. Il trasferimento a 10 anni? Quella storia ha pesato. Ho fatto una vita di pressioni, ho dovuto sempre dimostrare qualcosa".

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L'insegnamento di Del Piero a Vincenzo Sarno

Nonostante tutto zero rimpianti sia dal punto di vista sportivo che economico: "Alla fine ognuno ha quel che merita… Avrei meritato la Serie A, ma se non è arrivata è per colpa delle scelte che ho fatto. Non ho rimpianti, però. In Serie C pagavano bene, più di seimila euro al mese. Sono soddisfatto, vengo da una famiglia povera". Alla fine aveva ragione Del Piero che gli lasciò un insegnamento importante trasferito oggi a suo figlio: "È bravino, ma oggi si deve solo divertire, me l’ha insegnato Del Piero. Tutto quello che arriverà, sarà un di più. Lo proteggo da qualsiasi pressione, non vado neppure a vederlo la domenica".

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