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Vietate le manifestazioni di protesta in Qatar per i Mondiali: si rischia fino a 5 anni di carcere

Chi manifesta pubblicamente in Qatar durante i Mondiali del 2022 rischia fino ai cinque anni di carcere: rafforzata una legge gennaio 2020 che solleva preoccupazioni sulla libertà di espressione durante la prossima Coppa del Mondo.
A cura di Vito Lamorte
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C'è sempre un grande dibattito intorno ai Mondiali del 2022 in Qatar.  La palla inizierà a rotolare il 21 novembre ma c'è sempre grande discussione intorno all'assegnazione dell'evento per le accuse di corruzione avanzate a Mohamed bin Hammam, squalificato dalla FIFA nel 2011 perché ritenuto colpevole di brogli elettorali, e per le condizioni di lavoro degli operai che hanno costruito gli stadi e delle infrastrutture legate alla Coppa del Mondo 2022, con migliaia di operai deceduti e un trattamento economico riservato ai lavoratori immigrati da Nepal, Bangladesh e India.

Nelle scorse ore la nota rivista sportiva The Athletic ha riportato una notizia che creerà ancora più clamore intorno al torneo del prossimo inverno, visto che saranno vietate le manifestazioni di piazza e chi ne prende parte rischia una condanna a cinque anni di reclusione per "aver sollevato l'opinione pubblica" ai sensi del codice penale del Qatar. La legge è stata rafforzata a gennaio 2020 e ha sollevato preoccupazioni sul fatto che i tifosi che andranno nel paese della penisola arabica avranno libertà di espressione nei giorni del loro soggiorno lì. Amnesty International si è detta preoccupata della terminologia "vaga" della legge perché "può reprimere anche proteste pacifiche".

Diversi eventi sportivi su tutta la linea sono stati interrotti per proteste che avevano come tema l'ambiente negli ultimi mesi ma in Qatar questa possibilità potrebbe essere negata dall'articolo 136 afferma di due anni fa che fa riferimento a " chiunque trasmette, pubblica o ripubblica voci, dichiarazioni o notizie false o tendenziose o propaganda provocatoria, in patria o all'estero, con l'intento di ledere gli interessi nazionali, incitare l'opinione pubblica o violare il sistema sociale o il sistema pubblico dello Stato". I trasgressori possono essere condannati a un massimo di cinque anni di reclusione e una multa di 100.000 riyal del Qatar (circa 25.000 dollari). La legge è stata condannata da Amnesty e Human Rights Watch.

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May Romanos, ricercatrice di Amnesty International di base nel Golfo, ha dichiarato a The Athletic: "Il codice penale è stato modificato per introdurre termini più vaghi, che possono essere interpretati come un attacco alla libertà di espressione. È tutto ciò che viene percepito come lesivo degli interessi nazionali, cambiare l'opinione pubblica o violare il sistema sociale. Tutto può rientrare in questo. È un catch-all che scoraggia la libertà di parola. Può essere utilizzato per fare critiche pacifiche, o per esprimere il proprio diritto alla libertà di espressione, anche online. Questo si aggiunge alle solite leggi che hanno, incluso il Cybercrime Act, che è già oppressivo".

Da Amnesty continuano "a esortare il Qatar a rispettare la libertà di espressione delle persone, un pilastro chiave degli impegni internazionali a cui si è impegnato" ma ci sono dubbi su tante situazioni che potrebbero verificarsi tra pochi mesi.

Un portavoce della FIFA a The Athletic ha affermato che l'organismo "difende i principi della libertà di espressione e si impegna a garantire che tutti coloro che partecipano agli eventi FIFA siano tutelati. Per quanto riguarda la tutela legislativa in vigore durante la Coppa del Mondo FIFA in Qatar, è stata adottata una normativa specifica con l'obiettivo di garantire un ambiente sicuro per tutti. Ciò include garanzie per i fan e tutti coloro che parteciperanno al torneo".

Una vicenda che continuerà a far discutere nei prossimi mesi.

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