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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

Vieri e Adani commossi in diretta per Maradona: “Quando disse, esco e divido un intero Paese”

Tra lunghi silenzi, occhi lucidi e voci rotte dall’emozione, Christian Vieri e Daniele Adani hanno ricordato Diego Armando Maradona in diretta social. “Restò fedele sempre a se stesso, era uomo del popolo non andò mai a braccetto col potere. Lo potevi amare o no ma in lui c’era la forza della parola: la sua voce faceva eco in tutto il mondo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il ricordo di Diego Armando Maradona è stato al centro anche di una delle ultime dirette Instagram di Christian Vieri con Daniele Adani che hanno voluto celebrare la grandezza del Pibe. Tra silenzi commoventi e la voce a tratti lacerata dall'emozione e dal dolore per la perdita del dio pagano del calcio, aneddoti, riflessioni e pensieri si accavallano disegnando l'immensa figura di Diego, l'unico ad aver fatto della propria vita un'autentica opera d'arte dentro e fuori il terreno di gioco. Fino a sottolinearne la grandezza soprattutto nell' aver saputo mantenere tutte le promesse fatte e aver pagato solo e sempre in prima persona degli errori commessi.

Adani apre subito il cassetto dei ricordi, rivivendo un'estate di 30 anni fa quando Diego Armando Maradona guidava Napoli e l'Argentina. A Italia 90, quando il destino del pallone decise di fare incrociare gli azzurri con la Seleçion, non in uno stadio qualsiasi, ma al San Paolo. "Prima di Italia-Argentina – ricorda Adani – negli spogliatoi poco prima di entrare in campo, Maradona disse: Adesso vado fuori e divido un Paese. Lo hanno ricordato i suoi compagni che erano lì con lui, tanto che poi aggiunse vedendo l'interesse nazionale per quella partita, ‘solamente adesso vi ricordate dei napoletani, vero?"

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La grandezza del Pibe a Napoli per Napoli e con Napoli si riassume in quelle poche parole "perché il mondo si ricorda di Napoli solo perché si gioca Italia-Argentina ma Maradona non dimentica Napoli e i Napoletani. Quando lui da Barcellona sceglie Napoli – continua Adani tra pause di emozione vera – inizia a vivere Napoli, trascinandola in grande a sfidare le forze del nord e a batterle. A rivendicare la voglia di essere all'altezza e portare Napoli nel mondo. Ma si domanda anche: prima di Italia-Argentina dov'erano i napoletani e il Napoli? Prima del suo avvento dov'era Napoli? Tu puoi essere d'accordo o no, ma la voce di Maradona fa eco in tutto il mondo"

Da Napoli al calcio, inteso come universo più dilatato in cui l'azzurro partenopeo ne è stella lucente, il passo è breve. E mentre Vieri ricorda il suo personalissimo primo incontro con Maradona ("Sudavo freddo, pensavo di dovermi presentare con nome e cognome ma quando mi vide fu lui ad abbracciarmi e a gridarmi sorridente ‘grandissimo Bobo') Adani sottolinea un altro fondamento della grandezza del Pibe: la gioia che regalò al mondo: "E' stato l'unico politico che ha mantenuto ciò che ha promesso: ha promesso gioia e l'ha regalata a tutti. Ha aperto il cuore a tutti, nessuno ha potuto fare a meno di ammirarne le magie e non ha barattato la sua promessa con nulla. Tutte le debolezze le ha pagate lui di persona, non le ha mai riversate su altri. Su noi solo la gioia per la ‘pelota' dell'amore per il calcio"

Quando lo fermò un poliziotto per cocaina, a Buenos Aires, lo accusò di doversi vergognare perché era stato l'idolo del figlio e aveva rovinato tutto con i suoi comportamenti fuori dal campo. Maradona lo guardò e rispose al poliziotto: io? Tu saresti dovuto essere l'idolo di tuo figlio, non io.

Anche nel dramma dei suoi demoni personali, Maradona è stato un esempio: "Quando uno sbaglia, dice di aver sbagliato e paga per primo per le sue colpe senza cercare scuse, cosa puoi dirgli?" si domanda Vieri, seguito da un altro aneddoto di Adani: "Ha sempre detto di aver sempre sognato prima ciò che avrebbe fatto dopo, immaginando sempre tutto. Figli, famiglia, la casa ai genitori, mondiali, vittorie, gioie del calcio. L'unica cosa che non ha potuto immaginare, disse, era che avrebbe preso la cocaina. Questo è l'ennesimo manifesto di un uomo normale, terreno, con le sue debolezze. E che ha abbracciato la grandezza di essere Davide quando avrebbe potuto essere Golia. Si sarebbe potuto sedere a capo di ogni tavolo e avrebbe avuto carta bianca. Restò fedele a se stesso, era uomo del popolo non andò mai a braccetto con il potere" 

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