Vidal a Chiellini: “Io ubriaco? Certe cose non si raccontano”
La biografia di Chiellini ha aperto una falla anche nel rapporto con Arturo Vidal, il Re Artù bianconero che con il capitano ha condiviso quattro stagioni di successi e vittorie a Torino. Nulla di grave, rispetto a quanto rivelato dal centrale difensivo nel suo racconto come nei casi di Felipe Melo o Mario Balotelli, ma comunque qualcosa ritenuto dal diretto interessato almeno ‘inopportuno'. Perché rivela storie private, conferma dicerie e rumors che forse era meglio lasciare come tali, soprattutto in difesa di chi a calcio gioca ancora e ha una carriera e una professionalità da preservare.
Il sassolino nello stagno arriva nel delineare la figura di Vidal alla Juventus, con Chiellini che ne ritaglia aspetti particolari, pur tessendone le lodi finali: Chiellini ha condiviso uno spogliatoio con Vidal alla Juventus per quattro lunghe stagioni e ha lasciato alcuni commenti sulla personalità del cileno sul suo punto debole, che era l'alcol: ‘A volte Arturo Vidal usciva e beveva più del dovuto, lo sanno tutti. L'alcool è il suo punto debole‘. Frasi scomode, ulteriormente fastidiose quando Chiellini entra nei dettagli di una questione delicata: "Eravamo a Miami. Era la sera prima dell'ultima sessione di allenamento e la mattina successiva, Arturo era rimasto a letto. Conte aveva intenzione di dargli una punizione esemplare perché immaginava che in quello stato non si sarebbe potuto allenare. Dopo dieci minuti di allenamento, sembrava ancora ubriaco ma alla fine della sessione stava correndo come un pazzo. Quindi il tecnico ci ha detto: cosa posso dirgli? Tra l'altro porta gioia al gruppo"
Ricordi che al centrocampista oggi al Barcellona non sono stati graditi più di tanto e che hanno richiesto un chiarimento, così come lo stesso Vidal ha rivelato in una recente diretta via Instagram: "Le persone si sono concentrate soprattutto sulle critiche che ha raccontato Chiellini. A me non sembra giusto raccontare cose private, però mi ha anche difeso dicendomi che ero un campione. Ci siamo chiariti, mi ha chiamato e mi ha spiegato. Sono un essere umano e ho il diritto di sbagliare, come tutti. E quando ho sbagliato, ho sempre pagato e sono ripartito"