Vicario ospita due profughi ucraini: “Parliamo usando google, diventeranno parte della famiglia”
Nell'ultimo tragico mese che ha visto l'Ucraina ferocemente attaccata dalla Russia – con migliaia di morti e milioni di sfollati – la catena della solidarietà si è stretta attorno agli abitanti del Paese dell'Europa orientale. Una morsa d'amore e non di guerra, che ha mostrato con fatti concreti e non solo a chiacchiere che per il genere umano forse c'è ancora speranza. Anche l'Italia sta facendo la sua parte, ospitando numerosi profughi in fuga dalle bombe, ed alla chiamata di chi sta soffrendo ha risposto presente anche Guglielmo Vicario.
Il 25enne portiere dell'Empoli, punto di forza della formazione di Andreazzoli che naviga verso una tranquilla salvezza, ha deciso di ospitare – assieme ai suoi genitori – due profughi ucraini. È lo stesso estremo friulano, in questa stagione in prestito dal Cagliari, a raccontare come la sua vita è cambiata nelle ultime ore. Ieri era il giorno di riposo settimanale e Vicario dalla Toscana è tornato a casa: "A Udine, dai miei genitori, sono arrivati Hanna e Milan, madre e figlio ucraini, che accoglieremo a tempo indeterminato. Lunedì ci siamo conosciuti nel tardo pomeriggio e abbiamo cenato assieme. Il bambino è molto appassionato di calcio e quando ha saputo che sono un giocatore era emozionatissimo, ma è una situazione che ha toccato nel profondo anche me: dopo cena ho fatto il viaggio verso la Toscana con questo unico pensiero".
Vicario racconta al Corriere della Sera come la sua famiglia è arrivata a fare questo passo non banale, mettersi in casa qualcuno: "Una decina di giorni fa si è aperta questa possibilità tramite la Danieli, un'azienda friulana che ha una sede in Ucraina: avevano preso in affidamento le famiglie dei lavoratori in Friuli Venezia Giulia e stavano cercando destinazioni per ospitare le persone. I miei genitori mi hanno chiesto cosa ne pensavo e ho detto che sarebbe stata una gran cosa riuscire a dare una piccola mano a persone che stanno vivendo questo dramma".
Il primo scoglio da superare è stata la comunicazione con i nuovi arrivati: "Non è stata semplice, perché non parlano né italiano né inglese, quindi abbiamo usato google translate e ci siamo fatti capire: abbiamo potuto apprezzarne l'educazione smisurata. Milan sarebbe molto contento di giocare a calcio e mi sto attivando assieme a mio padre per farlo entrare in una scuola calcio di Udine, per inseguire questo sogno. Cercherò di mettergli a disposizione anche un insegnante di italiano, per imparare la lingua, anche perché credo che vivranno con noi per un periodo abbastanza lungo. Entreranno a far parte della famiglia e questa è una cosa che mi fa molto piacere".
Vicario si è messo in contatto anche col padre del bambino, che a causa della mobilitazione generale disposta dal governo ucraino dall'inizio guerra non può lasciare il Paese: "Non è al fronte, per ora arruolano solo i professionisti e lui resta in attesa di comunicazioni. È a Dnipro, una città relativamente tranquilla, ma a 200 chilometri da lì la città di Mariupol è stata rasa al suolo. Ci siamo collegati con lui al telefono, ho capito ancora meglio cosa stanno vivendo queste persone. Mi auguro che possa trovare un po' di sollievo sapendo che la sua famiglia è al sicuro". Grande parata, Guglielmo, continua così.