Vialli spiega la vita quando c’è la scadenza: “So che non morirò di vecchiaia, devo dare l’esempio”
Il tumore al pancreas è uno dei killer silenziosi più bastardi che esistano. Il più subdolo, vista la quasi impossibilità di accorgersene in tempo a causa della posizione dell'organo interessato, e il più letale alla luce della percentuale di sopravvivenza: tre malati su quattro soccombono entro un anno dalla diagnosi e solo l'8% è vivo a 5 anni. Gianluca Vialli ha ricevuto la sentenza che nessuno vorrebbe sentirsi dire nel 2017 ed è ancora determinato a non mollare la presa sulla vita, con la stessa voglia di non arrendersi mai che aveva quando rincorreva un pallone su un campo di calcio.
Il 57enne ex attaccante di Samp, Juve e Nazionale ha provato a prendere tutto il buono che c'era in una situazione oggettivamente terribile, lanciando alla malattia una sfida all'apparenza impossibile: prenderla come una molla per diventare un uomo migliore di quanto fosse prima. Anche smagrito, anche indebolito, anche fisicamente soltanto un ricordo dell'immagine del calciatore potente che era, Vialli ha voluto dimostrare che si può puntare verso l'alto e non abbassare lo sguardo. Elevarsi a modi di esistenza più nobili, come spiega nella chiacchierata con Alessandro Cattelan su Netflix: "Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c'è tempo".
E poi c'è il valore dell'esempio, un concetto sul quale Vialli concentra i suoi sforzi e le sue parole: "Oggi so che ho il dovere di di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie. Sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Credo di avere meno tempo per essere da esempio, adesso che so che probabilmente non morirò di vecchiaia – dice con una frase che è un pugno nello stomaco – Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima e quindi ogni mio comportamento mi porta a fare questo ragionamento, cioè: è la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie? In questo senso cerco di essere un esempio positivo e quindi cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva con cui guardi la vita, che non ti devi dare delle arie, ascoltare di più e parlare di meno, devi cercare di migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso, devi aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po' il segreto della felicità. E soprattutto cerco di fare in modo che loro abbiano l'opportunità di trovare la loro vocazione".
"Sento di avere meno tempo per essere un buon padre e un esempio per loro – spiega il campione di Cremona – però mi rendo conto che da parte loro c'è la paura di perdermi e quindi c'è il desiderio di dimostrarmi quanto mi vogliono bene, e non parlo solo delle mie figlie, parlo anche di mia moglie e di tante altre persone che in questo periodo mi stanno dimostrando un affetto che quando lo dico mi commuovo…".