Vialli ha inviato un messaggio audio alla Nazionale per spiegare la malattia: parole come macigni
Non chiamatelo guerriero, non sta combattendo una battaglia. Non è così che Gianluca Vialli ha sempre parlato del tumore, e di quale sia la piega presa dalla sua vita dopo aver provato lo sconforto della diagnosi e la durezza delle cure. Non è un nemico da guadare negli occhi ma un "compagno di viaggio di indesiderato" con il quale – suo malgrado – convivere nella speranza che un giorno, prima o poi, "si stanchi e mi lasci vivere serenamente".
Il messaggio vocale mandato ai vertici della Nazionale, con le parole scelte accuratamente per comunicare la sua scelta nell'annuncio ufficiale – come riportato dal Corriere della Sera -, è qualcosa che gela il sangue nelle vene: quando ascolti parole del genere respiri profondamente, chiudi un attimo gli occhi poi butti fuori tutta l'aria che hai dentro, quasi a soffiare via la preoccupazione e il peso di notizie che ti arrivano tra capo e collo.
"Devo aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia", bastano questa frase e la tempestività con la quale l'ex calciatore ha comunicato la sua scelta per toccare con mano la sofferenza, l'ansia e la preoccupazione dell'uomo che dinanzi alla malattia null'altro può fare che affrontarla con il miglior contegno possibile, evitando parole epiche e affrontando ogni giorno come fosse l'ultimo, pensando al domani con un oggi alla volta.
Per adesso la sua collaborazione con gli Azzurri, con i quali ha vissuto il momento più esaltante per la vittoria agli Europei e quello più basso della mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar, si interrompe. Il team di oncologi che lo segue gli hanno suggerito di fermarsi ma "spero in modo temporaneo", altra espressione che è una stretta al cuore per il senso di incertezza che lascia nella consapevolezza che tutto può accadere. Anche che il prossimo abbraccio con Roberto Mancini sia foriero di qualcosa di bello ed entusiasmante, di un'altra notte magica da ricordare come a Londra.
Ecco perché parla adesso di "utilizzare tutte le energie psicofisiche" per procedere questo lungo percorso iniziato nel 2017, quando seppe che l'ospite sgradito era il cancro che lo aveva aggredito la pancreas. "Non sto combattendo una battaglia – ha chiarito in passato – perché non credo che sarei in grado di vincerla. Il tumore è un avversario molto più forte di me".
Eccezion fatta per uno stage con i giovani in programma tra il 20 e il 22 dicembre, l'Italia si ritroverà solo a marzo per un match ufficiale, di quelli che pesano tanto: il 23 contro l'Inghilterra a Napoli inizierà il girone di qualificazione per Euro 2024, tre giorni dopo (il 26) a Malta andrà in scena la seconda giornata del gruppo completato da Ucraina e Macedonia del Nord.
"Gianluca è sempre stato il più forte di tutti non solo sul campo ma anche con le parole – è il commento di Ravanelli a corredo dell'annuncio fatto dall'ex compagno di squadra in bianconero -. È stato chiarissimo anche stavolta, nel suo messaggio… questo non è un addio alla Nazionale, ma solo un momento di sospensione".
Vialli lascia il ruolo di capo delegazione della Nazionale ma con l'obiettivo di tornarvi. Non sarà sostituito, quel posto resterà ancora vacante e non sarà affidato ad altri: ne assumerà "l'interim" il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Non è ancora il momento per spegnere la luce e vedere cosa c'è dall'altra parte. Non adesso, non ancora.