Viaggio nella crisi di identità (e risultati) del Tottenham: “Ci siamo persi”
"Sento che abbiamo smarrito alcune delle nostre priorità e ciò che veramente fa parte del nostro DNA". Così Daniel Levy, presidente del Tottenham, ha fatto mea culpa in una lettera scritta ai tifosi degli Spurs, prima dell'ultimo match casalingo in programma stasera contro l'Aston Villa, che sarà aperto a 10.000 spettatori. Levy racconta la sua delusione per un'annata storta, ma spiega come l'operato della società sia stato sempre e soltanto in funzione del raggiungimento di successi, che però non sono arrivati. Il presidente degli Spurs sa di non godere di molta stima tra i suoi tifosi, sia per quanto accaduto con la Superlega sia perché accusato di pensare solo ai propri interessi, e ha provato a spiegare le sue ragioni anche per evitare una probabile contestazione durante la partita di stasera.
La stagione fallimentare e la difesa del suo operato da parte di Levy
Levy è il primo ad ammettere il fallimento della squadra, che per il secondo anno di fila non disputerà la Champions League, dopo aver raggiunto la finale con Mauricio Pochettino in panchina nella stagione 2018-19. Con l'avvento di José Mourinho, la società londinese si aspettava di alzare un trofeo che manca dal 2008 (vittoria della League Cup), ma dopo un buon inizio, le cose sono peggiorate rapidamente e il tecnico portoghese è stato addirittura esonerato:
Quest'anno, per molti motivi, non abbiamo soddisfatto le nostre aspettative. Dal 2019 abbiamo speso oltre 250 milioni di sterline sul mercato e tutti riponevano grandi speranze nella nostra squadra. Nonostante siamo stati in testa alla Premier League a dicembre, non siamo riusciti a mantenere il primato. Siamo arrivati in finale di Carabao Cup, ma siamo stati eliminati male dall'Europa League e ora stiamo lottando per ritornarci.
Il presidente degli Spurs ci tiene a sottolineare come tutto ciò che ha fatto in questi anni, tra cui la costruzione del nuovo stadio, era in funzione di una crescita del club:
Ogni centesimo generato grazie al nuovo stadio viene reinvestito all'interno della società. Ciò che desideriamo tutti è il raggiungimento del successo, attraverso il ritorno in Champions League e nella corsa per il titolo. Tutto ciò che facciamo è nell'interesse a lungo termine del club.
Il comitato consultivo e il nuovo allenatore
Levy cerca di riavvicinare a sé i tifosi, estremamente contrariati dopo la questione della Superlega, con una proposta innovativa, già portata avanti, seppur in modo diverso, dal Chelsea:
Istituiremo un comitato consultivo del club che riteniamo possa fornire una rappresentanza ampia e autentica dei tifosi, i quali saranno coinvolti nelle nostre decisioni. Il presidente del comitato sarà nominato ogni anno come membro non esecutivo del consiglio con pieno diritto di voto. Non era mai accaduto in Premier League.
Il club è alle prese con due nodi non indifferenti da sciogliere in vista della prossima stagione. Il primo riguarda la volontà di Harry Kane di andare via. Il centravanti inglese ha comunicato alla società di essere stufo di non poter competere ad alti livelli e vorrebbe essere ceduto prima dell'inizio degli Europei, anche se adesso sembra improbabile che ciò accada. L'altra grana con cui deve fare i conti Levy è la scelta del prossimo allenatore, che dovrà risollevare gli Spurs dopo il fallimento dell'avventura di José Mourinho, a cui il presidente non risparmia una frecciata molto ben velata:
Ci concentreremo sulla scelta del prossimo allenatore. Siamo consapevoli della necessità di prendere qualcuno i cui valori riflettano quelli del club per tornare a giocare con la nostra filosofia – libera, offensiva e divertente – continuando a integrare i talenti della nostra Academy con i giocatori più esperti.
Chissà se la lettera di Daniel Levy basterà a calmare i propri tifosi e a evitargli una contestazione nella partita di stasera contro l'Aston Villa.