“Tutti via, so io cosa fare!”, il capitano è un eroe: salva la vita all’arbitro in campo
"Il capitano non tiene mai paura", recita la canzone di Francesco De Gregori e Simone D'Avolio, 18enne capitano dell'ASD Lesna Gold, paura non ne ha avuta, rimanendo freddo e lucido mentre intorno a lui scoppiava il panico. Si giocava Villarbasse-Lesna Gold, valida per il campionato regionale Juniores Under 19 di Torino, la partita era ormai agli sgoccioli: l'arbitro del match, Angela Benfante, ha ricevuto una pallonata dietro la nuca e si è accasciata al suolo.
Sono seguiti attimi di autentico terrore, visto che la ragazza ventunenne ha perso i sensi: sia in campo che sugli spalti i volti sono sbiancati e si è temuto il peggio. È stato in quel momento che un angelo vestito da calciatore si è fatto largo tra compagni ed avversari, urlando con tutto il fiato che aveva: "Tutti via, so io cosa fare!". Simone si è comportato da vero capitano, stavolta non per portare a casa un risultato ma per realizzare qualcosa di molto più importante: chinatosi sull'arbitro, l'ha messa in condizioni di sicurezza e le ha salvato la vita. Una manovra di primo soccorso da manuale, che mostra quanto sia importante seguire i corsi che la insegnano.
"Ricorderò quella di domenica come la giornata perfetta. Ho aiutato una ragazza che si è sentita male e abbiamo persino vinto la partita – ha detto a Repubblica il ragazzo di Grugliasco – Eravamo al 43esimo del secondo tempo. Dovevamo battere una punizione a nostro favore ma il mio compagno ha tirato una pallonata che ha colpito in testa la direttrice di gara. All'inizio sembrava non fosse successo niente, lei si teneva la testa ma era in piedi, poi all'improvviso è crollata sull'erba. Io ero proprio lì vicino. Non ho avuto tempo di pensare, mi sono chinato e le ho messo la testa in una posizione sicura, mi sono assicurato che non potesse soffocarsi con la lingua".
"Dopo qualche minuto si è ripresa, ma sono sembrati un'eternità – ha continuato il centrocampista classe 2002, che compirà 19 anni il mese prossimo – Mi è sembrato naturale fare quel che ho fatto perché in passato ho seguito diverse lezioni di primo soccorso e sapevo come intervenire. Non ho dovuto pensare se era il caso o meno di chinarmi e aiutarla. In effetti dopo, quando è finito tutto, mi sono venuti i brividi, ma mi sono sentito anche tanto orgoglioso". Un gesto che è valso a Simone D'Avolio la Menzione D'Onore Fair Play, un riconoscimento che il classe 2002 conserverà in prima fila in bacheca, auspicabilmente al fianco di altri trofei che potrà vincere in carriera. Fin da ora si può dire che sarà difficile fare meglio di un gesto così prezioso.