“Via per divergenze sul progetto tecnico”, così l’Inter ha liquidato Antonio Conte
Lo scorso 26 maggio si è consumato il grande strappo nel seno dell'Inter campione d'Italia: Antonio Conte e il club hanno deciso di chiudere anzitempo il proprio contratto di lavoro trovando una risoluzione consensuale – con buonuscita. Le due strade che avevano portato al progetto tricolore si interrompono, da lì in poi è una nuova storia fatta di altri addii importanti nella sessione estiva di calciomercato (Hakimi al Psg e Lukaku al Chelsea) e di nuovi arrivi sia in panchina con Simone Inzaghi sia in una rosa rinnovata in tutti i reparti (da Dumfries a Dzeko passando per Calhanoglu e Correa).
Adesso, si ha anche la conferma ad alcune domande cui non era mai stata data risposta: qual è stato il reale motivo di una così improvvisa quanto totale spaccatura a pochi giorni dai festeggiamenti del 29° scudetto? E perché, davanti alla volontà del tecnico di non continuare più ad allenare la squadra – con un contratto in scadenza naturale nel 2022 – la società nerazzurra ha comunque corrisposto una sostanziale buonuscita?
A dare spiegazioni è il verbale dell'Assemblea dei soci dello scorso 8 luglio, in cui l'amministratore delegato Beppe Marotta ha dovuto rispondere a chi ha chiesto espressamente la motivazione del divorzio, clamoroso e repentino che ha visto la società rielaborare un intero progetto sportivo dopo il titolo appena conquistato: "La Società e l’allenatore si sono incontrati, e hanno preso atto di alcune diverse visioni circa il progetto tecnico per il futuro della Società – si legge dal verbale di assemblea pubblicato da Calcio e Finanza – pertanto, le parti hanno deciso di comune accordo di risolvere il reciproco rapporto di lavoro".
Dunque, c'è la conferma diretta della differenza inconciliabile di vedute da parte del tecnico e del club. Il primo avrebbe continuato ad allenare nel rispetto dell'accordo in vigore ma richiedendo garanzie tecniche precise. Tuttavia, di fronte alla decisione della società di autofinanziarsi e votare per un mercato di ripiego da chiudere in attivo a fronte anche di sacrifici importanti – come poi è stato – venivano a mancare i presupposti per continuare.
Un ‘divorzio' che ha portato l'Inter a dare comunque una buonuscita economica importante ad Antonio Conte, sulla cifra di 7 milioni di euro. Anche in questo caso, molte domande sul perché e davanti alle richieste di spiegazioni dei soci che domandavano le "motivazioni che hanno portato la Società a riconoscere una buonuscita all’allenatore della precedente stagione sportiva", ancora Marotta ha dato risposta:
Nel contesto di tale accordo, come accade tipicamente nel mercato di riferimento, la Società ha riconosciuto all’allenatore un importo (pari a circa la metà del compenso previsto dal contratto di lavoro per la stagione 2021/2022), al fine di remunerare gli impegni assunti dall’allenatore nel contesto della risoluzione contrattuale