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Via libera definitivo del Cts all’ultimo protocollo: stop con il 35% dei positivi nel gruppo squadra

Il Comitato Tecnico Scientifico ha dato l’ultimo nullaosta per i nuovi protocolli sanitari che dovrebbero salvaguardare lo svolgimento regolare del campionato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Adesso è arrivato il definitivo via libera al nuovo ultimo protocollo che è stato definito nella riunione del Governo con le Regioni, il Coni e la Lega Serie A per quanto riguarda la gestione della pandemia e dei contagi all'interno dei gruppi squadra del massimo campionato. Il Comitato Tecnico Scientifico ha approvato le nuove normative che entrano in vigore nel tentativo di salvaguardare il proseguimento della stagione nel modo più regolare possibile.

Il Cts ha così avvallato le procedure che sono cambiate rispetto agli ultimi mesi e che sono figlie dell'imperioso contagio scatenato dalle nuove varianti di Covid-19 che hanno messo in ginocchio il sistema del Paese colpendo violentemente anche il calcio italiano. La Serie A si è vista costretta sospendere diverse partite in un confronto diretto con le disposizioni Asl, i campionati minori – dal cadetto alle Lege inferiori – hanno subito slittamenti  e frenate con ripartenze delle competizioni ritardate, in attesa che l'epidemia dia respiro.

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Una situazione convulsa, complessa e in costante evoluzione davanti alla quale, però, il calcio di Serie A prova a far fronte con normative ad hoc. Il nuovo protocollo prevede lo stop dell'intero gruppo squadra nel caso in cui si raggiunga un numero di positivi superiore al 35% dei componenti (pari a circa 9-10 unità su rose in media di 25/26 giocatori) con l'obiettivo di inserire delle regole più sicure ma soprattutto maggiormente condivise. Il tutto con lo scopo di assicurare un trattamento equo per tutte le società, evitando il proliferarsi di polemiche interne, e fornendo certezze per il prosieguo della stagione.

Il nuovo protocollo ha stabilito procedure leggermente differenti rispetto alle norme che si seguivano fino a Natale, che dovrebbero permettere la possibilità ai club di continuare comunque la propria attività agonistica. Conferma in primo luogo che i soggetti trovati positivi ai test anti Covid-19 debbano essere posti immediatamente in isolamento, monitorati e controllati in base all'attuale normativa, per poi fare un distinguo sostanziale sui contatti.

I contatti definiti "ad alto rischio", saranno infatti sottoposti a controlli più serrati e questo senza la valutazione dello stato vaccinale in essere. In pratica, verranno sottoposti a test antigenici quotidianamente per almeno 5 giorni e con l'obbligo aggiunto di indossare la mascherina Ffp2. Quest'ultima regola viene meno unicamente per lo svolgimento dell'attività sportiva (allenamento e partita).

Per quanto riguarda invece i contatti ritenuti "a basso rischio", nei loro confronti si applicheranno le misure già previste dalle indicazioni ministeriali ma è stato, comunque, fortemente raccomandato – anche se non imposto – l’utilizzo del dispositivo di protezione Ffp2. Infine, è stato rimodulato l'intervento delle Asl, che hanno condizionato violentemente le ultime giornate di campionato. Non mancano le zone d'ombra, ovviamente, alcune delle quali sono già state evidenziate e che attendono un'ulteriore riflessione prima chi creino nuovi, fastidiosi precedenti.

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