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Vi diciamo dove giocano i ragazzi dell’Italia campione under 17 e 19: ecco il nostro grande problema

A livello giovanilie l’Italia di calcio è una delle nazionali da battere, negli ultimi dodici mesi gli Azzurrini hanno vinto gli Europei Under 17 e Under 19 e hanno perso la finale del Mondiale Under 20. Ma la nazionale maggiore a Euro 2024 ha deluso malamente.
A cura di Alessio Morra
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Come accade da una decina d'anni, salvo una breve e lucente interruzione nel 2021, si è tornati a parlare dei mali del calcio italiano. E ci si interroga sul perché l'Italia fa così fatica a produrre campioni come faceva una volta. La soluzione per il momento non si è trovata. Ma alcuni elementi di discussione ci sono e si può provare a capire perché l'Italia non è più tra le grandi potenze del calcio mondiale nonostante a livello giovanile da diverse stagioni è ai massimi livelli. Dunque, è lecito chiedersi come mai i giovani calciatori italiani nel passaggio tra la carriera giovanile e quella da professionisti si perdono. Qual è l'errore che si compie con questi giovani calciatori, che con le nazionali giovanili brillano e mietono successi, che poi quando salgono di livello non riescono a confermarsi quando giocano con i grandi?

L'Italia ha vinto sì gli Europei del 2021, ma non ha disputato gli ultimi due Mondiali ed è stata malamente battuta dalla Svizzera negli ottavi di Euro 2024. Il bilancio è magro, magrissimo quello degli ultimi anni, a differenza di quello delle nazionali giovanili che invece veleggiano. Se solo restringiamo il cerchio agli ultimi dodici mesi troviamo due trionfi continentali – le vittorie degli Europei Under 17 (2024) e Under 19 (2023) – e la finale del Mondiale Under 20 (2023). Nessuno come l'Italia. Ma questi ragazzi però poi arrivato il momento del grande salto non riescono a confermarsi. Il passaggio alla carriera professionistica è complicato, ma perché? Non si crede sui ragazzi di valore? Le società perché non puntano su di loro?

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Camarda ha vinto con l'Under e giocherà con il Milan Futuro

L'ultima nazionale vincitrice è l'Under 17 di Favo, che ha vinto l'Europeo battendo 3-0 il Portogallo, va presa a modello per il risultato, ma ha ragazzi ancora molto giovanili che nella prossima stagione faranno il primo passo verso il professionismo, e giocheranno in parte in Primavera. Il più noto è Camarda, che ha già esordito con il Milan in Serie A (a meno di 16 anni!). Natali è appena passato dal Barcellona al Bayer Leverkusen, e di lui si parla benissimo così come per Liberali che gioca nel Milan e nonostante i suoi 17 anni ha già giocato in Primavera. Sia lui che Camarda nella prossima stagione potranno giocare con l'Under 23 rossonera e dunque in Serie C. Anche l'altro attaccante Mosconi ha giocato in Primavera con l'Inter.

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Solo Kayode è stato titolare tra i campioni dell'Under 19

Se guardiamo, però, a quanto accaduto nell'ultimo anno ai ragazzi che hanno vinto, lo scorso luglio, gli Europei Under 19 qualche domanda si deve porre. Dell'undici titolare l'unico che ha avuto spazio in Serie A è stato Kayode alla Fiorentina. Con il Sassuolo hanno trovato poco spazio Missori e Lipani. Luis Hasa ha ricevuto un paio di convocazioni con la Juve dei grandi, ma ha giocato con la squadra Under 23 in Serie C (32 presenze, 2 gol e 6 assist). Il portiere Mastrantonio ha giocato in C con Monterosi e Pro Vercelli.

Kayode decise la finale dell'Europeo Under 19 ed è stato spesso titolare nel 23/24 con la Fiorentina.
Kayode decise la finale dell'Europeo Under 19 ed è stato spesso titolare nel 23/24 con la Fiorentina.

Faticanti invece è stato ceduto in estate dalla Roma al Lecce, che a gennaio lo ha smistato in prestito alla Ternana (in prestito). Mentre uno dei cugini Dellavalle ha proseguito a giocare con la Primavera della Juve. Discorso diverso invece per N'Dour, che al Psg non ha trovato spazio ed è è passato al Braga, e Koleosho, che con il Burnley ha disputato 15 partite in Premier League.

Baldanzi, Casadei e Prati gli unici dell'Under 20 a giocare con continuità

Situazione più deprimente se si guarda ai calciatori che hanno disputato il Mondiale Under 20 nel giugno del 2023, che sono quelli più grandi e che hanno dunque, sulla carta, maggiori chance di giocare. Gli azzurrini persero la finale 1-0 con l'Uruguay. Quella squadra aveva due stelle: Baldanzi, giocatore già noto e affermato che è passato a gennaio alla Roma, e Casadei, che si è diviso tra Leicester e Chelsea. Pafundi è finito in Svizzera, dopo una manciata di presenze con l'Udinese.

Prati è stato protagonista con l'Under 20 ed ha disputato 25 partite con il Cagliari nell'ultimo campionato di Serie A.
Prati è stato protagonista con l'Under 20 ed ha disputato 25 partite con il Cagliari nell'ultimo campionato di Serie A.

L'unico ad aver avuto una continuità di alto livello è stato Prati, che al Cagliari ha disputato 25 partite con un maestro come Claudio Ranieri, abituato a lanciare i giovani. Il centrale Ghilardi è stato titolare fisso alla Sampdoria, in Serie B, mentre Ambrosino è stato in campo 28 volte con il Catanzaro, in B, l'altro attaccante Montevago si è diviso tra Gubbio ed Entella in Serie C.

Zanotti ha vissuto un annata in prestito in Svizzera, al San Gallo, mentre il portiere Desplanches ha giocato due volte solo con il Palermo, Turicchia ha giocato con la Juve Under 23 in C e Pisilli si è tolto lo sfizio di fare gol in Europa League ma ha trovato il campo con i grandi poche volte.

Perché i calciatori italiani faticano a confermarsi ‘da grandi'

Quindi tirando le somme si capisce quanto il discorso sia complesso. Ma si hanno delle basi. Perché è sbagliato dire che l'Italia non ha giovani talenti, perché ce li ha, come dimostrano i risultati a livello giovanile. Il problema è lo step successivo, l'ultimo, quello tra la fase da teenager, quella da giocatori della Primavera, a quella dei grandi. Lì, il passaggio è difficile. L'ultimo scalino manca, la crescita non c'è. Gli errori, globali, sono tanti. Sicuramente manca coraggio nel lanciare i giovani, come fanno in altri campionati (Liga e Premier League). E c'è la voglia di andare più sul sicuro puntando su calciatori stranieri piuttosto che scegliere un giovane da lanciare, e continuare a formare.

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Poi ovviamente c'è un problema culturale, perché da sempre in Italia si tarda a lanciare i ragazzi, che vengono considerati tali pure a 23 anni. Mentre agli Europei brillano le stelle del quasi 17enne Yamal e di due ragazzi del 2003 Musiala, già da tre anni titolare con la Germania, e Jude Bellingham, uno dei migliori al mondo. E qui, nel passaggio tra la Primavera e la prima squadra, che bisogna capire come fare a non perdere un patrimonio di calciatori che vengono bene dalle giovanili ma che non riescono poi a confermarsi tra i grandi.

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