Verso Inter-Milan: da Ibra a Skriniar sei positivi al Covid ma il derby si giocherà
Comunque andrà sarà un derby unico, da ricordare. Al di là del verdetto del campo, Milan e Inter si stanno avvicinando alla sfida con molto altro nella testa al di là di come fare giocare la squadra e scendere in campo. Sia Antonio Conte che Stefano Pioli osservano con apprensione gli sviluppi che coinvolgono diversi giocatori delle rispettive rose a causa dei nuovi contagi da coronavirus. Ed è questo l'avversario più temuto contro cui non sembra esserci difesa.
Se qualche settimana fa ad esultare erano stati i tifosi nerazzurri per la positività di Ibrahimovic, ora proprio gli interisti sono i primi a tremare: quattro casi negli ultimi giorni e, forse, non è ancora finita. Bastoni, Skriniar, Nainggolan, Gagliardini sono risultati positivi agli ultimi tamponi e la corsa contro il tempo è decisamente limitata: il derby è alle porte, fra otto giorni si scende in campo. Difficile, se non impossibile, vederli protagonisti.
Dunque, il Covid sta mordendo le caviglie ad un calcio che, però non si vuole fermare e sfida la pandemia forte dei propri protocolli che, se rispettati, dovrebbero garantire il proseguimento del torneo e i suoi equilibri. Difficile a dirsi davanti alla situazione attuale, in evoluzione e in negativo. Conte nella sfortuna, al momento però tira un sospiro di sollievo: solo due su quattro contagiati sarebbero stati inseriti nella formazione titolare iniziale. Ma il problema, di questi tempi, è che arriverà alla sfida con il Milan senza la panchina, dovendo inserire giocoforza qualche giovane dalla primavera.
Dal canto suo, il Milan non sta meglio. Stefano Pioli deve fare i conti con gli infortunati (Romagnoli e Rebic su tutti) e su una assenza assolutamente ingombrante: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, positivo una settimana fa, è risultato ancora affetto dal coronavirs negli ultimi tamponi, mettendo a rischio la propria presenza per il derby. Insieme a lui Duarte, seconda linea ma che di questi tempi tornerebbe utile per avere soluzioni alternative. Per Ibra – e gli altri – tamponi ogni 3-4 giorni nella speranza che vi siano riscontri differenti. Ma anche se il contagio svanisse rimarrebbe il problema delle condizioni fisiche dei giocatori.