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Vendeva incenso, ha fatto fortuna come sosia di Messi: “Non sapevo nemmeno chi fosse”

Il sosia della Pulce riavvolge il nastro e spiega come tutto è cominciato in maniera anche molto casuale. “A quel tempo vendevo profumi per strada. Non ero un tifoso e nemmeno mi piaceva il calcio”.
A cura di Maurizio De Santis
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Juan Tomás Martín, 42 anni di Rosario, è il sosia argentino di Messi.
Juan Tomás Martín, 42 anni di Rosario, è il sosia argentino di Messi.

Juan Tomás Martín si accorgeva della strana attenzione che le persone avevano per lui e non immaginava perché, né quale fortuna gli sarebbe piovuta addosso grazie a quella somiglianza di cui non aveva contezza. Ha 42 anni, è di Rosario e i tratti che lo assimilano a Lionel Messi, capitano dell'Argentina campione del Mondo, sono divenuti una fonte di guadagno inatteso. Tutto è iniziato nel 2005 e oggi, dopo il trionfo in Qatar, la sua popolarità s'è moltiplicata in maniera esponenziale.

Martín ha fatto molta strada di "riflesso" rispetto a quando era solo il proprietario di un negozio che commercia candele e incenso. Il suo "santo in paradiso" al quale accendere un cero è l'ex stella del Barcellona. "Mi fermano per strada", ha ammesso nell'intervista a La Nacion, nel corso della quale ha raccontato la storia incredibile (almeno per lui, fino a quando non ne ha toccato con mano gli effetti) e fortunata che lo ha reso famoso abbastanza da ricevere offerte di lavoro, proposte di contratti, inviti (con tanto di vitto e alloggio spesati) da una parte all'altra del mondo.

La popolarità del 42enne argentino è iniziata quasi per caso: non gli piace il calcio, non sapeva nemmeno chi fosse la Pulce.
La popolarità del 42enne argentino è iniziata quasi per caso: non gli piace il calcio, non sapeva nemmeno chi fosse la Pulce.

Il sosia di Messi riavvolge il nastro e spiega come tutto è cominciato in maniera anche molto casuale. "Mi recai in un supermercato e il fruttivendolo mi fece notare la somiglianza con Messi… ma io non sapevo nemmeno chi fosse". Fece finta di nulla e pensò che l'uomo avesse solo voglia di scherzare, ignaro che dietro quella segnalazione in realtà si nascondesse un piccolo tesoro. "A quel tempo vendevo profumi per strada. Non ero un tifoso e nemmeno mi piaceva il calcio. Me lo disse di nuovo una seconda volta e mi fece notare che era qualcuno che gioca in Spagna…".

Da quel giorno la vita è cambiata del tutto, poco alla volta quella che sembrava solo una celia è divenuta l'occupazione principale e più redditizia. Ma è nel 2013, quando Martín si è affacciato sulla grande piazza virtuale dei social network, che ha registrato (e incassato) il boom di notorietà. Partecipò a un concorso che cercava persone molto somiglianti ai "dieci" della squadra argentina: arrivò secondo ma gli si spalancarono le porte del business.

Martin nel suo negozio dove vende candele e incensi.
Martin nel suo negozio dove vende candele e incensi.

Nel 2018 venne invitato in Russia e gli è successo altrettanto anche per l'edizione dei Mondiali in Qatar. Tra Rosario e Buenos Aires quando la gente si accorge di lui gli dedica attenzioni particolari. "Mi fermano molto, soprattutto nei momenti in cui Messi fa notizia – ha aggiunto -. E adesso che abbiamo vinto i Mondiali, mi salutano e mi urlano qualcosa ogni volta che mi vedono". 

Martín non è l'unico sosia della Pulce, ce ne sono (almeno) altri due che nel corso degli anni sono finiti sotto i riflettori. Prima di lui fece notizia Reza Parastesh, l'iraniano che per barba, sguardo, colore dei capelli, tratti somatici sembrava il più classico "separato alla nascita" rispetto alla stella del calcio sudamericano. Tanta popolarità, però, ebbe qualche effetto negativo: venne denunciato per aver adescato donne (anche se lui smentì le accuse) sfruttando la somiglianza con Messi.

Il brasiliano Paulo Vitor Rodrigues, invece, divenne un fenomeno sul web anche per un'altra ragione: era sì abbastanza simile al ‘dieci' della Seleccion ma ne era anche un grande tifoso. E per incontrarlo fece una follia: pur essendo disoccupato, vendette la sua moto per racimolare un po' di soldi e pagare le spese del viaggio che in bus lo avrebbe condotto nel ritiro dell'Argentina in Copa America.

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