Vavro ‘prigioniero’ della Lazio: “Mi hanno tenuto solo per soldi, qua non sto bene”
Che fine ha fatto Denis Vavro? Il difensore slovacco arrivato alla Lazio nel 2019 a fronte di un investimento da 10.5 milioni di euro (al Copenaghen spettano ancora 1.5 milioni di eventuali bonus) è diventato un oggetto misterioso. Se già Simone Inzaghi gli aveva concesso pochissimo spazio, dando il suo benestare al prestito all'Huesca, la situazione per lui è peggiorata con l'arrivo di Maurizio Sarri. 0 le presenze stagionale, con l'ultima partita con la maglia capitolina in Serie A che risale addirittura al 17 ottobre 2020 (con un minuto poi all'attivo a gennaio in Coppa Italia, e una partita con la Primavera capitolina a marzo). Il diretto interessato ha rotto il silenzio a Sport.sk, parlando anche del futuro e dei motivi della mancata cessione.
Il gigante slovacco è a tutti gli effetti un corpo estraneo nella Lazio di Maurizio Sarri. Una situazione che ovviamente pesa e non poco per la sua carriera e anche in chiave nazionale. L'ultimo match ufficiale disputato risale allo scorso giugno, come svelato da un preoccupato Vavro, che ha fatto il punto della sua situazione: "Fisicamente mi sento pronto perché mi alleno con la squadra, ma a livello mentale no. Dopotutto, l'ultima volta che ho giocato una partita di 90 minuti è stato a giugno con la Slovacchia in preparazione per gli Europei, contro la Bulgaria".
Non una situazione facile per Vavro che non chiede altro se non di giocare: "Ammetto che mi vengono in mente pensieri di ogni sorta. Tuttavia credo che alla fine andrà tutto bene". Quello che è certo al momento è la sua volontà di cambiare aria: "Voglio assolutamente lasciare Roma a gennaio. Qui non fa per me, il solo allenarmi senza giocare". Ma quindi a che pro la Lazio non lo ha nuovamente girato in prestito o ceduto già nella scorsa estate?
Il motivo secondo Vavro è di natura economica: "La società ha deciso che devo restare per altri sei mesi. Il motivo erano le regole finanziarie che si applicano agli stranieri in Italia e il fatto che il club avrebbe dovuto pagare per me una certa somma di tasse". Il riferimento è al Decreto Crescita, con i neoacquisti che devono rimanere 24 mesi (al netto di una deroga di 6 mesi già sfruttata in occasione della cessione all'Huesca) in Italia, per permettere al club acquirente di giovare di agevolazioni fiscali. Quale futuro dunque per Vavro? Appuntamento a gennaio per la possibile cessione, almeno a titolo temporaneo: "Potrei andare in prestito per 6 mesi e poi si vedrà in estate, ma vogliamo scegliere comunque una società che poi mi acquisti a titolo definitivo dopo quel periodo".