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Vanja Milinkovic-Savic tira rigori e punizioni nel segno di Sinisa Mihajlovic

Vanja Milinkovic-Savic è il portiere serbo del Torino, in gol ieri contro il Milan nella lotteria dei rigori, che negli anni abbiamo imparato a conoscere per il suo modo di calciare. Dotato di un tiro potente e abile proprio dal dischetto e sulle punizioni, nel 2017 Sinisa Mihajlovic parlò più volte di lui quando il tecnico serbo allenava ancora i granata: “È un po’ matto ma ha carattere, sicuramente se in campo ci sono risse si va tutti vicino a lui”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Vanja Milinkovic-Savic ha realizzato uno dei gol su rigore messi a segno dal Torino nella sfida degli ottavi di Coppa Italia poi persa, proprio dai tiri dal penalty, dalla squadra granata contro il Milan. Un portiere che si presenta sul dischetto con tanta sicurezza e precisione non si vede spesso. Il serbo, classe 1997, è arrivato al Toro a gennaio del 2017 con il club di Cairo che l'aveva prelevato dal Lechia Danzica per 3 milioni di euro battendo la concorrenza di Ajax e Benfica. Inizialmente, con Sinisa Mihajlovic sulla panchina dei granata, il portiere, fratello di Sergej, centrocampista della Lazio, ha trovato spazio facendosi notare soprattutto in Coppa Italia.

Si presentò infatti a calciare una punizione in Coppa Italia durante la sfida contro il Carpi. Il suo tiro potente si stampò sulla traversa. Infatti Vanja non è un portiere come tutti gli altri. È più un giocatore di movimento prestato alla porta che si esibisce in respinte che solitamente non vediamo nel calcio, che un portiere vero e proprio. Mihajlovic fu molto chiaro quando si soffermò a parlare del portiere serbo: "Ha tutto, dal fisico alla tecnica, ma è un po' matto e ha carattere". Ieri l'ennesima prova delle sue qualità con il gol su rigore contro i rossoneri che ha confermato la sua fama da portiere goleador.

Vanja Milinkovic-Savic: portiere del Torino "un po' matto"

Sinisa Mihajlovic raccontò al meglio chi fosse Milinkovic-Savic una volta che il serbo approdò al Torino: “Milinkovic è una montagna, può fare wrestling – disse in una conferenza stampa il tecnico – Donnarumma è un po’ più magro. Sicuramente se in campo ci sono risse si va tutti vicino a lui". Una battuta, certo, ma che spiega al meglio l'idea che si era fatto Mihajlovic su di lui. "La punizione contro il Carpi? Gliel'avrei fatta tirare anche se non fossimo stati nei minuti di recupero".

Il Manchester United nel 2014 decise di puntare su di lui prima che alcuni problemi burocratici fermassero il trasferimento in Inghilterra. E così Milinkovic-Savic, anche spinto dalle parole di suo fratello Sergej, ha accettato di venire in Italia, al Torino: "Mi ispiro ad Abbiati – raccontò Vanja – ammiravo la sua sana follia tra i pali". Il difensore del Toro Lyanco ha garantito: "Agli allenamenti prova sempre a calciatore le punizione, fa quasi sempre gol e ci proverà ancora".

L'idolo Abbiati: "Era totalmente pazzo, lo ammiravo"

A stupirsi delle sue doti con i piedi, ma anche tra i pali, fu pure Francesco Totti che nel 2017 ammirò il portiere respingere un rigore di Dzeko all'Olimpico in un Roma-Torino: "Ammazza che parate". Furono queste le parole lette sul labiale dell'allora capitano giallorosso che rimase stupito dalle sue abilità. Vanja Milinkovic-Savic al Torino ha fin da subito avuto un grande rapporto con Mihajlovic con il quale si tratteneva dopo gli allenamenti per tentare di parare le famose punizioni del serbo con il suo magico sinistro. Il risultato? Tanti gol e pochi tuffi per Vanja.

Oggi con Marco Giampaolo in panchina non sta trovando molto spazio, anche perché prendere il posto di uno come Salvatore Sirigu non è di certo facile, ma il portiere riesce sempre a far parlar di sé pur essendo impiegato pochissimo. Proprio come accaduto ieri sera, in occasione della lotteria dei rigori contro il Milan in cui ha messo a segno un rigore potente e preciso che però non ha permesso ai granata di superare il turno. Qualche anno fa, Milinkovic-Savic parlò del suo modo di essere e delle sue caratteristiche in campo da calciatore di movimento: "Non voglio morire di noia – disse – penso sia un bene perché in questo modo posso sempre rimanere sotto pressione e mantenere la concentrazione". E sul suo idolo non ha dubbi: "È Abbiati, era totalmente pazzo e lo ammiravo".

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