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Vaccino Covid, Albertosi. “Incazzato per i ritardi. E nessuno ci dice niente di certo”

L’ex portiere della Nazionale, Enrico Albertosi, oggi ha 81 anni (ne compirà 82 a novembre). Denuncia la cattiva informazione e i ritardi nella somministrazione dei vaccini: “Ho un rene solo e sono cardiopatico ma nonostante questo nella civilissima Toscana non sono stato ancora vaccinato. Ci sono tanti anziani meno fortunati che restano appesi ai centralini (che non rispondono) o ai siti internet (che non offrono soluzioni)”.
A cura di Maurizio De Santis
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Enrico Albertosi oggi ha 81 anni (ne compirà 82 a novembre) e attende il vaccino contro il Covid. L'ex portiere della Nazionale, che gli appassionati di calcio con i capelli bianchi ricorderanno per la vittoria all'Europeo nel 1968 e per la rivalità tra i pali con Dino Zoff, ha scritto una lettera di protesta per denunciare i ritardi e la cattiva informazione sulla somministrazione del siero per immunizzare la popolazione. Un infarto lo colpì nel 2004, da allora quel cuore di acciaio – che gli aveva permesso di resistere agli urti della vita come alle sfide in campo – ha perso smalto. Non è l'unico problema di salute che ha avuto nel corso del tempo.

Ho 82 anni, un rene solo e sono cardiopatico – si legge nel documento pubblicato dal quotidiano Repubblica -. Nonostante questa situazione personale nella civilissima Toscana non sono stato ancora vaccinato. Consentimi di dire che sono un po’ inc….to, non tanto per me, che posso far sentire la mia voce, ma per tanti anziani meno fortunati che restano appesi ai centralini (che non rispondono) o ai siti internet (che non offrono soluzioni).

Albertosi è abituato a lottare, a far sentire la propria voce, a non aver timore dei pregiudizi né delle false accuse. Non ha mai chinato la testa né lo sguardo, perché avrebbe dovuto? È stato uno dei più forti portieri nella storia del calcio, vantando grande umiltà nel riconoscere la forza dei colleghi e proclamando la propria estraneità rispetto ad affari loschi e vicende oscure. Una in particolare: quando, nonostante nell'Ottanta (ai tempi del Milan) si ritrovò imputato nel primo, grande scandalo che investì la Serie A: la vicenda del calcioscommesse. "Mi misero in mezzo per una telefonata in cui chiedevo di farci vincere – ha raccontato -. Ho pagato solo io, ero il più vecchio, così ho salvato il Milan".

La sua battaglia adesso è il vaccino contro il coronavirus e l'affronta a viso aperto. Il piglio è lo stesso di sempre che lo ha accompagnato nelle avventura con Spezia Fiorentina e Cagliari oltre all'esperienza coi rossoneri.

Al mio medico di base arriva una fiala a settimana – ha aggiunto Albertosi -. Chiama sei persone e poi si torna in attesa. E in tutto questo sospendiamo anche la distribuzione di Astrazeneca.

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