Uso di false fatture per operazioni inesistenti: assolti De Laurentiis, Lotito e Galliani
Finisce quasi completamente in un nulla di fatto l'inchiesta della Procura di Napoli che vedeva indagati alcuni presidenti ed ex dirigenti di società di Serie A con l'accusa di utilizzo di false fatturazioni per operazioni inesistenti, in relazione alla triangolazione che si veniva a creare tra le società che intendevano acquistare un calciatore, il calciatore stesso e il suo agente. Sono stati infatti assolti oggi il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, quello della Lazio, Claudio Lotito, e ancora Adriano Galliani (ex Milan), Andrea Della Valle (ex Fiorentina), Luca Campedelli (ex Chievo).
L'unico condannato – in primo grado – dalla settima sezione penale del tribunale di Napoli presieduta da Sandro Ciampaglia è stato il procuratore Alessandro Moggi, al quale è stato inflitto un anno per la vicenda legata alla compravendita dell'ex attaccante Ezequiel Lavezzi per il quale è stata invece dichiarata la prescrizione, per una consulenza prestata nel passaggio dal Napoli al Paris Saint-Germain.
La Procura partenopea aveva chiesto un anno di reclusione per De Laurentiis e poco più di un anno per gli altri dirigenti, tra cui anche Antonio e Luca Percassi (Atalanta) e Daniele Sebastiani (Pescara), mentre per Alessandro Moggi la richiesta era stata di due anni e otto mesi. Dai Pm era stata invece chiesta l'assoluzione per Lotito, Campedelli e Della Valle, così come per tutti i calciatori coinvolti come Lavezzi.
Il dibattimento era durato oltre quattro anni e si riferiva ad un'indagine su false fatturazioni nella gestione dei rapporti fra i club e gli agenti dei calciatori negli anni fra il 2009 e il 2014. In particolare, a De Laurentiis, veniva imputata una fattura ritenuta falsa che avrebbe portato a un'evasione di 8mila euro di Iva relativa all’acquisto di Emanuele Calaiò (non indagato) dal Siena nel 2013.