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Usa-Messico finisce in rissa: McKennie senza controllo, maglia strappata e sfottò agli avversari

La semifinale di Concacaf Nations League tra Stati Uniti e Messico si è conclusa con la vittoria degli americani ma soprattutto con una autentica corrida che ha ridotto le squadre in 9. Tra i principali protagonisti della bagarre in campo, l’ex bianconero Weston McKennie.
A cura di Alessio Pediglieri
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La semifinale tra Stati Uniti e Messico per la Concacaf Nations League americana si è conclusa con la qualificazione degli USA, in una gara aspra e dura, sfociata nel finale in una mega rissa generale che ha visto tra i principali protagonisti Weston McKennie, ex bianconero oggi al Leeds United. Per lui, maglia strappata ed espulsione per comportamento antisportivo in un match che le due squadre hanno poi terminato 9 contro 9.

La rivalità storica tra USA e Messico si è manifestata in campo sin dal primo minuto con una gara tesissima, in cui il direttore di gara, il salvadoregno Ivan Barton, ha dovuto faticare sin da subito per mantenere il controllo, poi perso con il passare dei minuti con la gara che è degenerata nel secondo tempo. A nulla è valso il gol a metà primo tempo e il raddoppio a inizio ripresa di uno scatenato Pulisic che aveva indirizzato l'accesso per la finale a favore degli americani.

Dal 60′ in poi, sul risultato di 2-0 non si è più in pratica giocato a calcio: sono fioccati i primi cartellini gialli, poi la scintilla che ha fatto esplodere la rabbia americana in campo e sugli spalti dell'Allegiant Stadium, gremito all'inverosimile, che si è trasformato ben presto in uno stadio da corrida. L'occasione per scatenare l'infero è arrivata su un bruttissimo fallo del difensore messicano Montes sul giovane trequartista Folarin Balogum: un calcio da dietro a colpire direttamente l'avversario che è costato il rosso diretto ma che ha fatto esplodere la reazione dei compagni di squadra.

Una rissa in campo in piena regola che ha coinvolto tutti i giocatori presenti, tra cui McKennie tra i più esagitati nel farsi giustizia da sé: l'ex bianconero si è scagliato contro gli avversari alla ricerca di un testa a testa con Montes e nella concitazione generale si è ritrovato con la maglia letteralmente strappata di dosso. Il match si è fermato per circa 5 minuti, con McKennie che, esaltato dal pubblico di casa, ha iniziato prima a irridere gli mostrando con le mani il numero due, come i gol segnati, poi a baciare platealmente la propria casacca. Ma anche per lui non c'è stato alcun ritorno in campo: espulsione diretta per comportamento antisportiva.

Riportata a fatica la calma in campo, mentre oramai sugli spalti la bagarre continuava nei confronti del Messico, contro i cui giocatori è continuato un fitto lancio di oggetti, si è provato a giocare di nuovo. Il tempo per gli Stati Uniti di segnare anche il 3° gol che è scoppiata di nuovo la bagarre tra i giocatori a seguito di un contestato fallo laterale: mani in faccia, spinte e nuove sfide tra giocatori. Così sono arrivati altri due rossi immediati,  uno per parte a Dest (USA) e Arteaga (Messico), con la partita che si è conclusa 9 contro 9. E che ha visto, per la cronaca, gli Stati Uniti approdare alla finalissima dove sfideranno il Canada (che ha avuto la meglio su Panama) il prossimo 19 giugno.

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