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Un’ernia inguinale ha salvato Alan Patrick: ha lasciato Kiev poco prima dell’attacco per operarsi

Un’ernia inguinale è una cattiva notizia per qualsiasi essere umano: per il centrocampista dello Shakhtar Alan Patrick è stata la salvezza.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tra le tante drammatiche testimonianze di calciatori stranieri, principalmente brasiliani e argentini, che sono intrappolati nell'Ucraina sotto attacco russo e stanno cercando disperatamente di fuggire raggiungendo il confine occidentale, non c'è quella di Alan Patrick, 30enne centrocampista dello Shakhtar. L'ex Santos e Flamengo infatti ha ricevuto in dono dal suo angelo custode la più classica delle sliding doors che lo ha portato via appena in tempo dal sanguinoso scenario di guerra.

La sua assenza era spiccata nel video registrato giovedì scorso da una decina di giocatori brasiliani militanti nella Dinamo Kiev e nello Shakhtar: un appello disperato per essere salvati, dall'albergo della capitale dove si trovavano bloccati. In quel momento Alan Patrick già non era più in Ucraina: un'ernia inguinale, una cattiva notizia per qualsiasi essere umano, è stata invece la sua salvezza.

Il centrocampista aveva lasciato Kiev lunedì scorso, poco prima dell'inizio della guerra, per essere operato martedì in Germania. Poi da lì è arrivato venerdì in Brasile, dove ha raccontato la sua storia tranquillizzando le tante persone che chiedevano notizie sulla sua sorte. Il calciatore brasiliano negli ultimi giorni aveva avuto dolori all'addome, i medici dello Shakhtar gli hanno diagnosticato un'ernia e deciso di farlo andare in Germania per sottoporsi all'intervento chirurgico, che è perfettamente riuscito.

"Molte persone mi hanno chiesto dove fossi, perché non ero presente nel video con i miei compagni. Col club abbiamo preso un appuntamento con uno specialista in Germania, tutto è avvenuto molto velocemente – ha spiegato Alan Patrick in un video postato su Instagram – l'intervento è stato programmato per il giorno successivo ed è andato bene. Questa particolare situazione ha finito per tirarmi fuori da questo momento di tensione che tutti i brasiliani stanno affrontando lì".

"È un mix di sentimenti – ha continuato il calciatore – Un sollievo essere a casa con la mia famiglia, ma ho il cuore angosciato di fronte alla situazione di amici e compagni che finiscono per essere anche la mia famiglia, condividendo con loro tutti i giorni lo spogliatoio. Spero che Dio possa prendersi cura di tutte le cose e che possano trovare soluzioni per uscirne il prima possibile. Conto sulla preghiera di tutti e sul sostegno di tutti. Che le autorità brasiliane possano trovare una soluzione il prima possibile per far uscire di lì i brasiliani. Pace per il mondo, preghiere per l'Ucraina. Nel nome di Gesù tutto questo passerà".

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