Undici tra calciatori e allenatori uccisi in Ucraina: “Eroi invisibili, vincitori nello spirito”
La tragedia della guerra inevitabilmente si è abbattuta anche sul calcio in Ucraina. Per tanti giocatori e addetti ai lavori, il pallone è soltanto un bellissimo ricordo dopo che l'invasione russa ha stravolto le loro vite. C'è chi è stato costretto ad imbracciare un fucile, e chi invece ha cercato in tutti i modi di mettersi al servizio della popolazione, aiutando le persone meno fortunate e più deboli. Purtroppo anche nel mondo dello sport, il bilancio è pesantissimo, come confermato dalle ultime indiscrezioni provenienti dal territorio ucraino. Solo nella zona a ovest e nord di Kiev infatti, stando a quanto riportato dalla Buchan Regional Football Association, sarebbero morti circa 11 tra calciatori e allenatori.
È quanto ha confermato a Metro.co.uk, il funzionario della lega Valentin Ovdienko che a sua volta ha messo da parte il ruolo di vicepresidente dell'associazione quando è scoppiata la guerra. Un'associazione che oggi di fatto, è stata costretta a convertirsi in altro alla luce dell'impossibilità di pensare allo sport in questi momenti terribili. Lo stesso Ovdienko infatti è stato coinvolto nelle manovre per le evacuazioni delle famiglie, e oggi oltre ad aiutare i suoi concittadini, cerca anche di tracciare un bilancio della situazione relativa ai giocatori, preoccupandosi anche delle loro condizioni.
Ha fatto molto scalpore, il caso dell'ex calciatore professionista Alexander Sukhenko che era rimasto a sostenere i residenti del villaggio di Motyzhyn, 31 miglia a ovest di Kiev, dopo che era stato occupato dalle truppe russe. Il 25enne con un passato anche nel giro della Dinamo Kiev, giocava a livello amatoriale dopo che la sua carriera era stata condizionata dai tanti infortuni. Lui e i suoi genitori, la mamma Olga Petrovna che era a capo del loro villaggio e il papà Igor Vasilyevich imprenditore e filantropo, sono stati uccisi mentre cercavano di organizzare le evacuazioni. La famiglia Sukhenko è stata addirittura torturata, con i cadaveri ritrovati poi in una fossa comune. "Eroi invisibili", così sono stati definiti dal signor Ovdienko sotto shock per quanto accaduto.
Quest'ultimo ha fornito anche dettagli su altri calciatori, allenatori e funzionari caduti durante la guerra. Alexander Ivaschik è stato ucciso da colpi di arma da fuoco, mentre provava a mettere in salvo donne e bambini nella sua città natale di Irpin. L'attaccante, che ha vinto diversi titoli con formazioni distrettuali come l'Irpin BKZ è stato descritto come un "combattente indistruttibile" che consegnava generi alimentari e aiutava i suoi connazionali a fuggire dalla zona di guerra. Stessa sorte per Dmitry Martynenko, 25 anni, centrocampista dell'FC Gostomel. Il ragazzo è stato ucciso con sua mamma, a causa dei proiettili che li hanno colpiti mentre si trovavano nella propria abitazione a Bucha.
È morto invece combattendo Igor Sukhih che oltre a giocare a calcio per l'ATO Irpin eccelleva anche nelle arti marziali, ed è stato colpito durante la battaglia nei pressi di Kiev. Leader in campo, ma anche come militare, il 33enne Sergiy Shestak deceduto vicino alla città di Volnovakha. Attaccante di grande esperienza e molto apprezzato, aveva giocato con la squadra amatoriale dei cosacchi di Cherkasy. La Federazione lo ha ricordato come un "leader che si è dimostrato tale con le azioni e non con le parole". Nulla da fare anche per Yriy Bloha morto combattendo sul campo vicino alla città meridionale di Kherson. In poche settimane si è ritrovato da allenare le squadre di giovanissimi calciatori, a difendere la patria. Gli è stato concesso il titolo di "Eroe dell'Ucraina".
Non c'è stato scampo anche per Viktor Yourchenko, 58enne che ha dedicato tutta la sua vita al pallone prima come calciatore e poi come tecnico, con all'attivo anche una Coppa d'Ucraina amatoriale e un titolo nella regione di Kiev. Addio anche al veterano Yuri Kazistov 52enne per tante stagioni portiere dell'FC Gostomel, ucciso il 29 marzo dopo un attacco missilistico nel distretto di Borshchahivka. Hanno trovato il suo corpo senza vita con un'arma in mano: questo il destino di Valery Risynskiy 45enne che aveva fatto parte della squadra "leggendaria" dell'FC Dmitrivka a metà degli anni 2000. Si era arruolato come volontario con la 95a Brigata Paracadutisti – Tempesta. L'FC Resmus Hoholiv ha ricordato invece Oleg Naumenko, ucciso a colpi di arma da fuoco mentre era a bordo della sua auto. Un destino comune con quello di Denys Kotenko, che era legatissimo al Dnipro.
Purtroppo il numero è solo approssimativo, perché queste vittime della guerra sono solo quelle che avevano stretti legami con la Lega. Non è da escludere dunque che ci siano tantissimi altri calciatori deceduti, anche di altri campionati. A tal proposito Ovdienko ha dichiarato: "Il sangue versato da tutti coloro che hanno dato la vita per il proprio Paese non è vano. Darà vita a una nuova generazione di ucraini: vincitori nello spirito e nella coscienza".