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Una scommessa lontana e il consiglio di Lukaku: oggi il Belgio è pronto per vincere

La nazionale del Belgio allenata da Roberto Martinez arriva agli europei con l’etichetta di favorita, qualcosa di inedito nella sua storia. Dopo aver vinto tutte le partite del loro girone, i Diavoli Rossi si sono distinti per la loro bellezza e concretezza, dimostrando di essere finalmente maturi per cercare il colpaccio.
A cura di Antonio Moschella
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Se a Euro 2016 lo scivolone contro il Galles ai quarti spezzò un sogno, il terzo posto al mondiale del 2018 ha dato al Belgio la consapevolezza di aver raggiunto una maturità fortemente desiderata. Il processo di sviluppo della squadra allenata da Roberto Martinez è stato graduale ma lineare, come dimostrano le 10 partite vinte su 10 nelle qualificazioni all'europeo (con 40 reti segnate per sole tre subite) e la cavalcata fino alla Final Four di Nations League che si giocherà in autunno.  Il collaudato 3-4-2-1 del tecnico catalano è la culminazione di un lungo processo nel quale le certezze sono talmente tante che, esclusi due/tre nomi, nessun giocatore sembra essere indispensabile. Gli infortuni di De Bruyne e Witsel non fanno paura quando a disposizione ci sono Carrasco, Mertens, Tielemans e Dendocker, mentre il fragile Vermaelen, che quando è in campo indossa anche la fascia di capitano, viene sempre ben sostituito da Denayer o Alderweireld.

Non solo Lukaku

Il centravanti dell'Inter è, insieme al portiere Courtois e al centrocampista De Bruyne, uno dei tasselli essenziali nel puzzle tattico del tecnico catalano, il quale difficilmente fa rifiatare il suo punto di riferimento offensivo. Dopo la sua miglior stagione di sempre con 30 reti in 44 match, il numero 9 ha dimostrato anche nell'ultimo test match di essere centrale nel gioco dei Diavoli Rossi. La sua presenza in punta permette di rompere le linee di difesa sia per le sue sponde sul perimetro sia con lanci in profondità. Dopo aver raggiunto una completezza tattica assoluta agli ordini di Antonio Conte, il nativo di Anversa ha messo a segno un'altra prestazione super contro la Croazia, siglando anche l'unico gol della partita (il 60esimo per lui in nazionale in appena 93 partite). La sua solidità fisica e mentale lo rendono il cardine più solido della squadra di Martinez, il quale però ha fatto del gioco corale il marchio di fabbrica della sua nazionale, riuscendo a cambiare perfettamente interpreti senza che questo influisse sul gioco dei suoi.

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Mertens per Hazard

Ed è proprio la grande capacità di far rotare gli elementi in campo senza alterare la fluidità della manovra la forza di questo Belgio. Eccezion fatta ovviamente per Lukaku e Courtois, è stato dimostrato che anche senza i fenomeni De Bruyne ed Eden Hazard il gioco dei Diavoli Rossi scorre veloce e armonioso. Se il centrocampista del Manchester City deve ancora riprendersi dall'infortunio subito in finale di Champions, l'attaccante del Real Madrid è ancora in evidente ritardo di condizione. Martinez, tuttavia, può contare su due trequartisti di prim'ordine come Carrasco e Mertens, che sanno agire con velocità e prontezza di riflessi alle spalle di Lukaku. In special modo il numero 14 del Napoli ha saputo approfittare delle ripetute assenze del capitano per prenderne il posto senza farlo rimpiangere. Negli ultimi due anni Mertens ha dimostrato di poter essere titolare sia per la sua compatibilità con De Bruyne e Lukaku sia per la sua integrità fisica, adornando il tutto con alcuni gol da cineteca come quello su punizione a Wembley nel novembre scorso in occasione della vittoria per 2-0 sull'Inghilterra in Nations League.

Demiurgo Martinez

La scommessa effettuata cinque anni fa da Bart Verhaeghe, presidente del Bruges, et Mehdi Fayat, presidente del Charleroi, entrambi nel consiglio della federcalcio belga, di puntare su Martinez dopo il suo triennio all'Everton potrebbe rivelarsi finalmente decisiva. Arrivato a Bruxelles nell'estate del 2016 dopo tre anni all'Everton nei quali aveva coinciso proprio con Lukaku, il tecnico catalano è il grande architetto di questo Belgio che per la prima volta nella sua vita è favorito alla vittoria in un torneo internazionale. Si dice che all'epoca fu lo stesso Lukaku a caldeggiare il suo nome per la panchina dei Diavoli Rossi, segnando in senso figurato uno dei gol più importanti per la sua nazionale. I prossimi gol, quelli veri, li attendono tutti con ansia all'Euro che sta per iniziare.

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