Un tifoso ha guidato per 600 km per incontrare una donna inesistente: era una bufala degli avversari
Un tifoso sposato (oggi non più…) del Manchester United ha guidato per oltre 600 chilometri per incontrare una donna, solo per scoprire che era tutta una bufala messa in piedi da due tifosi del Liverpool che aveva conosciuto in vacanza. Una storia che sembra incredibile, ma che si inquadra bene nella feroce rivalità esistente tra le due squadre più titolate del calcio inglese. Ai sostenitori dei Reds non è parso vero di fare uno scherzo così cattivo a un avversario tanto credulone ed è stato proprio quest'ultimo a raccontare la vicenda che risale a qualche tempo fa.
Il 39enne ha incontrato tale "Emma" su Facebook e ha iniziato a flirtare a distanza con la donna: un corteggiamento virtuale andato avanti per settimane, finché non è arrivato il momento da lui tanto atteso. L'uomo è stato invitato a raggiungere la sedicente Emma a casa sua, che tuttavia si trovava in una remota fattoria della Scozia, distante quasi 650 chilometri da Sheffield, dove viveva il tifoso dello United. Quest'ultimo aveva perso completamente la testa per quella donna misteriosa e lontana e non ha esitato a mettersi in macchina e guidare per nove ore di fila da casa sua per poter finalmente vederla dal vivo e continuare quella storia d'amore di persona.
Ma quando il tifoso del Manchester United è arrivato all'indirizzo datogli dalla finta Emma, ha trovato il nulla ad attenderlo. L'atroce scherzo si è rivelato poco dopo, quando i due tifosi del Liverpool hanno chiamato l'uomo e gli hanno confessato che era stato tutto inventato da loro. "È stata una cosa crudele da fare, sono stato preso in giro", ha detto il tifoso dei Red Devils, dopo che la storia è stata impietosamente resa pubblica dai suoi stessi carnefici, che hanno pubblicato online la conversazione telefonica registrata.
I tre si erano incontrati durante una vacanza a Cancun, in Messico, e avevano trascorso le vacanze a punzecchiarsi sul calcio, appena avevano scoperto di essere tifosi di squadre così nemiche. Durante la vacanza il tifoso dello United era stato anche gettato in una piscina, ma questo scherzo impallidisce di fronte a quello che avevano in mente di fare i sostenitori del Liverpool una volta tornati in Inghilterra, un'umiliazione pubblica del loro avversario che richiedeva un piano ben elaborato.
Hanno quindi creato un falso account su Facebook, fingendo di essere una donna scozzese di nome Emma. "Ho chattato con questa ragazza su Facebook per circa un mese. Pensavo davvero che fosse vera e non avevo motivo di dubitarne – ha spiegato la vittima della perfida burla, che peraltro ha riconosciuto che lo scherzo è riuscito davvero bene – È stato crudele, ma alzerò le mani e dirò che mi hanno davvero ferito".
"La notte in cui lei mi ha chiesto di andare in Scozia, sono stato in viaggio per circa nove ore – ha raccontato ancora – Quando poi sono arrivato in questa fattoria remota, lei mi ha mandato un messaggio per dirmi che era ancora al lavoro. Questo è quello che ha peggiorato le cose: non solo ho guidato per nove ore, ma ho dovuto aspettare circa altre tre ore e mezza prima che lei finisse di lavorare. Poi, quando ho ricevuto la chiamata in cui mi hanno detto che era tutto uno scherzo, semplicemente mi sono sentito malissimo. Se mi avessero chiesto di guidare fino a Manchester, Leeds o anche Liverpool non sarebbe stato così male e forse avrei visto il lato divertente. Ma trascinarmi fino ad Aberdeen è stato semplicemente crudele".
La vicenda, accaduta qualche anno fa, ha avuto conseguenze pesanti sul matrimonio del tifoso dello United, visto che sua moglie lo ha lasciato dopo aver scoperto la sua condotta, diventata di pubblico dominio all'epoca sui social. Il video originale pubblicato su YouTube – da allora cancellato per linguaggio osceno – conteneva la telefonata in cui i tifosi del Liverpool rivelavano il loro scherzo chiedendo: "Riconosci le nostre voci? Siamo quei ragazzi che ti hanno buttato in piscina. Riconosci i nostri accenti ‘Scouse' (tipico di Liverpool, ndr)? Sei stato incastrato". E poi scoppiavano a ridere.