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Un piccolo portiere è a pezzi, il bambino che ha vinto lo consola: “Tua mamma è orgogliosa di te”

Dal Brasile arriva una scena che spiega in maniera meravigliosa e potente quale sia la forza dello sport: protagonisti due giovanissimi portieri.
A cura di Paolo Fiorenza
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Sarà che siamo a Natale, sarà che c'è tanto bisogno di buoni sentimenti nello sport e più in generale nella vita, fatto sta che la scena che in questi giorni ha visto protagonisti in Brasile due piccoli calciatori è diventata rapidamente virale, mostrando in maniera toccante quanto possano insegnare ai ‘grandi' coloro che hanno ancora l'anima limpida come acqua di fonte.

In fondo che cos'è lo sport? Due cose soprattutto: dare il massimo quando si compete, indipendentemente da quello che sarà l'esito finale, e rispettare l'avversario, sia che si vinca sia che si perda. Entrambi questi aspetti sono presenti in maniera meravigliosa nel video che ritrae due bambini che hanno appena concluso una partita di calcio tra le rispettive squadre giovanili. Sono due portieri: uno ha vinto, ma sa che da solo non sarebbe stato possibile visto che ha scelto di praticare uno sport di squadra, così come sa che il suo collega non ha certamente perso da solo.

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Anzi, lo ha visto fare il possibile dall'altra parte del campo per aiutare i suoi compagni a non soccombere: ha dato il massimo e vederlo ora a capo chino e quasi sul punto di piangere gli fa male, non lo merita. Allora il piccolo vincitore, Miguel, va dal suo amico Gael e gli spiega che lo sport è una metafora della vita, che solo chi non si mette in gioco non perderà mai e che le sconfitte – spesso immeritate e non dipendenti dall'impegno messo in campo – fanno parte del percorso.

Miguel lo sa perché probabilmente lo ha imparato lui per primo sulla propria pelle ed allora si avvicina a Gael, gli mette una mano sulla spalla e lo guarda negli occhi invitandolo ad alzare la testa. Poi gli dice parole bellissime, rimarcando che ha dato prova in partita del suo valore, rendendo orgoglioso chi è davvero importante per lui: "Non hai bisogno di vincere se hai già parato un rigore, tua madre è orgogliosa di te". Il piccolo grande portiere insiste, vuole che il collega annuisca per fargli sapere che ha davvero capito. Gael non riesce a parlare, è a pezzi, ma fa cenno di sì con la testa: quelle parole sono una potente cura per le sue ferite, Miguel alla fine lo abbraccia.

In Brasile il calcio è nel sangue nei ragazzi, è il sogno di ripercorrere le orme di Pelè, Ronaldo e Neymar: grandi sogni portano con sé grandi delusioni, ma la lezione di Miguel a Gael – avvenuta nel centro giovanile del Gremio Novorizontino – è per la vita. Avercene di amici così.

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