Un lavoratore migrante è morto durante i Mondiali, la motivazione è da brividi: “È parte della vita”
Un lavoratore migrante è morto mentre si svolgevano le gare della Coppa del Mondo e si allunga la striscia di persone decedute per portare avanti il progetto dei Mondiali 2022 in Qatar dopo quelli che hanno perso la vita per costruire gli impianti negli anni scorsi.
L'episodio è accaduto mentre eseguiva delle riparazioni presso il resort che è stato utilizzato come centro di allenamento dalla nazionale dell'Arabia Saudita durante le fasi a gironi. A riportare la notizia è stato il giornale The Atheltic.
La vittima di questo tragico incidente si chiama Alex, che sarebbe rimasto coinvolto in un incidente con un carrello elevatore: quest'uomo delle Filippine sarebbe scivolato da una rampa cadendo a capofitto contro il cemento. Il suo compito era riparare le luci in un parcheggio del resort a cinque stelle Sealine Beach.
Un elicottero medico è volato sull'incidente ma per Alex non c'è stato nulla da fare. Ci sono diversi punti oscuri sulla vicenda: alcuni lavoratori hanno testimoniato dicendo che non indossava l'imbracatura di sicurezza ma non è chiaro se gli era stata fornita dal suo datore di lavoro, la Salam Petroleum.
La FIFA in merito a quanto accaduto ha diramato una nota: “La FIFA è profondamente addolorata per questa tragedia e i nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno alla famiglia del lavoratore. Non appena la FIFA è stata informata dell'incidente, abbiamo contattato le autorità locali per richiedere maggiori dettagli. La FIFA sarà in grado di commentare ulteriormente una volta completati i processi rilevanti in relazione alla morte del lavoratore".
In merito all'accaduto si sono espressi anche i governanti locali e lo hanno fatto con parole che mettono i brividi. L'amministratore delegato della Coppa del Mondo del Qatar, Nasser Al Khater, in merito alla notizia dell'ennesima morte di un lavoratore migrante nel paese ha commentato dicendo che "la morte fa parte della vita" e poi ha sviato l'argomento parlando d'altro.
Le autorità del Qatar hanno dichiarato di aver avviato un'indagine in merito alla morte del lavorato e alle misure di sicurezza sul lavoro: "Se l'indagine concluderà che i protocolli di sicurezza non sono stati seguiti, la società sarà soggetta ad azioni legali e severe sanzioni finanziarie". Si attendono sviluppi.
Intanto Hassan Al-Thawadi, segretario generale del Comitato supremo per la consegna e l'eredità del Qatar, ha dichiarato a Piers Morgan Uncensored che i morti per i lavori nel corso degli anni sono "tra 400 e 500, non ho il numero preciso ma è una cosa che si sta discutendo". Dopo anni passati a smentire i fatti, ecco che arriva una prima timida conferma: secondo alcune stime potrebbero essere circa 6.500 migranti morti mentre lavoravano alle infrastrutture per la Coppa del Mondo in Qatar ma, chiaramente, non ci sono numeri precisi.