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Un lavoratore dell’Inter Miami licenziato per colpa di Messi: “Dovevo pulire i bagni…”

Tutti contenti a Miami dopo l’arrivo di Leo Messi, tranne uno, che è stato licenziato in tronco proprio per colpa del campione argentino.
A cura di Paolo Fiorenza
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L'impatto di Leo Messi sul calcio nordamericano è stato devastante: i cinque gol segnati nelle tre partite giocate e vinte con la maglia dell'Inter Miami dicono solo una piccola parte di come il 36enne campione argentino si sia calato nella parte del trascinatore di una squadra che prima del suo arrivo (assieme a Sergio Busquets) era davvero poca roba.

Insignito della fascia di capitano dal suo vecchio amico Tata Martino, non a caso chiamato in panchina da Beckham, il campione del mondo già si è preso il cuore dei tifosi ma anche dei compagni con gesti da vero leader, come aver ceduto la battuta di un calcio di rigore ad un compagno in difficoltà nell'ultimo match contro l'Orlando City.

Leo Messi abbracciato da Josef Martinez, cui ha ceduto il rigore contro l'Orlando City
Leo Messi abbracciato da Josef Martinez, cui ha ceduto il rigore contro l'Orlando City

L'effetto Messi sta dilagando anche fuori dalla Florida. Domenica prossima l'Inter Miami giocherà gli ottavi di finale della Leagues Cup contro l'FC Dallas: sarà questa la prima partita che Leo giocherà in trasferta in uno stadio della Major League Soccer. Ebbene, la vendita dei biglietti (il Toyota Stadium ha una capienza di 20500 posti) è durata solo 18 minuti.

A Miami dilaga la 'Messi-mania'
A Miami dilaga la ‘Messi-mania'

Tutti contenti, insomma, tranne uno, che è stato licenziato in tronco proprio per colpa di Messi. O forse anche lui è anche contento, almeno a credere a quello che ha raccontato. Cristian Salamanca è un giovane colombiano che vive a Miami da un anno e mezzo. Appassionato di calcio, è un dipendente di un'azienda che si occupa della pulizia in eventi sportivi e concerti: attività svolta anche presso le strutture del club rosanero. Cristian ha avuto l'opportunità di lavorare all'Inter per la prima volta, ma dopo quello che è successo sarà anche l'ultima, visto che è stato licenziato dopo un avvenimento insolito.

"Dovevo pulire i bagni nel settore dove parcheggiano gli autobus. Per fortuna ero là fuori quando è arrivato il pullman e sono scesi tutti i giocatori. L'ultimo è stato Messi. È bastato urlargli ‘ehi, campione del mondo!', che si voltato verso di me. Ho sollevato la maglia della divisa da lavoro, sotto c'era la maglia dell'Argentina e avevo anche un pennarello. Mi ha fatto il suo autografo. La sicurezza è arrivata subito, mi hanno portato via e licenziato, ma ne è valsa la pena", ha detto il fresco disoccupato colombiano, che peraltro sapeva bene cosa avrebbe comportato il suo gesto. Il club infatti avvisa tutti i suoi lavoratori, quando iniziano il loro impiego, che devono mantenere un comportamento professionale e non possono chiedere foto o autografi.

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