Un ex Barcellona fa a pezzi Szczesny per il vizio del fumo: “È un modo per suicidarsi”. E cita Cruyff
Le dichiarazioni di Wojciech Szczęsny sul proprio vizio del fumo ("sono fatti miei, non cambierò le mie abitudini") non sono state prese benissimo da qualche commentatore in Catalogna, dove il 34enne portiere polacco giocherà fino al termine della stagione con la maglia del Barcellona per sostituire l'infortunato ter Stegen. Szczęsny è stato attaccato in maniera durissima da un ex calciatore del club blaugrana, il ‘Lobo' Carrasco, oggi apprezzato opinionista televisivo: "Non può dire che è qualcosa di personale, è orribile, per me è un modo per suicidarsi lentamente nella vita".
Szczesny e il vizio del fumo: "Sono affari miei, non cambierò"
"Non è affare di nessuno se fumo, sono cose che non cambierò nella mia vita personale – aveva detto l'ex portiere della Juventus ai media spagnoli nelle scorso ore – Non mi tocca, quello che faccio sul campo di calcio è lavorare il doppio. E non fumo davanti ai bambini per non avere una cattiva influenza su di loro. A volte qualcuno mi scatta una foto nascosto dietro gli alberi, dove non posso vederlo. Questo non dipende da me, cerco di nasconderlo e di non mostrarlo alla gente. Se qualcuno pensa che cambierò il modo in cui sono nella mia vita personale, può ricredersi, perché sono quello che sono. Sono stato così per tutta la vita e queste cose semplicemente non sono affari di nessuno. Voglio essere giudicato come portiere e per storie di cui a nessuno importa davvero".
Carrasco attacca il nuovo portiere del Barcellona: "Non può dirlo, è un modo per suicidarsi"
A qualcuno tuttavia importa, e Carrasco ha spiegato il perché nel suo intervento al seguitissimo programma ‘El Chiringuito: "Meno male che non vuole renderlo pubblico – ha ironizzato il 65enne ex attaccante del Barcellona di Maradona e Schuster ad inizio anni '80, prima di affondare il colpo – Devi sapere a che punto sei a livello professionale e sportivo. Devi mantenere compostezza e immagine, poi in casa tua fai quello che vuoi. Per me è un modo per suicidarsi lentamente nella vita. E ho degli esempi da portare… Szczesny sta facendo qualcosa che non dovrebbe mai fare. Non può uscire allo scoperto e dire che è qualcosa di personale. So che è personale, ma è orribile. Le persone che fumano non conoscono il danno. Apprezzo così tanto la vita che non ho intenzione di regalarle neanche un minuto".
L'esempio di Cruyff, fumatore accanito
Carrasco a quel punto ha ricordato "un talento impressionante, uno dei pochi che considero gli dei del calcio… Johan Cruyff. In questo aveva una mente debole e forse ha perso 30 anni di vita". Il grande campione olandese – che ha legato gran parte della sua vita e della sua carriera a Barcellona – venne operato a cuore aperto alla fine di febbraio del 1991 a causa di un'insufficienza coronarica acuta.
"Nella mia vita ho avuto due grandi dipendenze: fumare e giocare a calcio. Il calcio mi ha dato tutto. Il fumo, invece, quasi me lo ha tolto", spiegò poi Cruyff, che sarebbe morto a 68 anni nel 2016 per un tumore ai polmoni.