Un arbitro confessa tutto, clamoroso aiuto a Messi in semifinale: “Ti costerà la maglia. Ma non qui”
Clamorosa confessione, a distanza di qualche anno, dell'arbitro Carlos Chandia: il fischietto cileno, oggi 59enne, ha raccontato di aver aiutato Leo Messi in maniera tanto irregolare quanto sfacciata, nel finale della semifinale della Copa America del 2007. Chandia non ammonì Messi per un fallo di mani che non poteva che avere come conseguenza il cartellino giallo, il che avrebbe significato che il campione argentino avrebbe saltato per squalifica l'attesissima finale contro il Brasile. In quella circostanza il direttore di gara chiuse non uno ma due occhi, dicendo esplicitamente all'otto volte Pallone d'Oro che lo stava graziando, ma che in cambio chiedeva la sua maglietta, con l'accortezza di non dargliela in campo ma solo successivamente, al riparo da occhi indiscreti.
Quello era un Messi appena 20enne, ma già affermatosi come stella globale con la maglia del Barcellona, con cui aveva già vinto due Liga e una Champions, mentre avrebbe avuto qualche problema in più a mettere titoli in bacheca con l'Argentina. Una ‘maledizione' terminata solo con la Copa America vinta nel 2021 in Brasile, battendo proprio i padroni di casa al Maracanã, successo seguito poi dal trionfo ai Mondiali in Qatar dell'anno dopo. Fino ad allora, il campione rosarino aveva perso tre finali di Copa America (2007, 2013 e 2015) e la finale dei Mondiali brasiliani del 2014. E proprio alla prima di queste finali, quella della Copa giocata in Venezuela nel 2007, che si riferisce l'incredibile racconto dell'arbitro Chandia.
La confessione dell'arbitro Chandia: non ammonì Messi, chiedendogli in cambio la maglia
Il fischietto cileno, che faceva parte della squadra selezionata dalla Conmebol per quel torneo, ha confessato di aver aiutato l'Argentina nella semifinale di quell'anno contro il Messico, non per farle vincere la partita (3-0 il risultato finale del match), ma affinché Messi non perdesse la finale dove l'aspettava il Brasile per dare vita all'attesissimo ‘Superclasico'. La nazionale verdeoro aveva battuto l'Uruguay ai calci di rigore il giorno prima.
"Succede che Messi aveva già un cartellino giallo e io ho concesso tre minuti di recupero. L'Argentina vinceva 3-0 contro il Messico, e Messi, dal nulla, prende una palla e la trasporta con le mani, ma in mezzo al campo, con nessuna possibilità di gol per la squadra messicana o qualcosa del genere", ha detto Chandia parlando con ‘El VBar Caracol'.
Quell'azione avrebbe significato l'espulsione di Messi in caso di giusta ammonizione, ma Chandia lo graziò in cambio di un ricordo speciale: "E allora cosa succede, gli ho detto: ‘Ecco, questa giocata è da giallo, ma ti costerà la maglia'. E non gli ho mostrato il giallo, perché mancavano due minuti e mezzo, stavano 3-0 e gli stavo togliendo la possibilità di giocare la finale di Copa America del 2007 in Venezuela", ha continuato l'arbitro cileno.
Messi ha ringraziato Chandia per il suo gesto, esaudendo poi la sua richiesta come da patti. "Me l'ha lasciata nello spogliatoio più tardi, voleva portarla in campo, gli ho detto ‘non qui'…", ha concluso il direttore di gara cileno. Una ‘attenzione' che peraltro non avrebbe comunque permesso al campione e alla sua Argentina di vincere il trofeo, visto che quattro giorni dopo furono sonoramente sconfitti dal Brasile, in virtù dei gol di Julio Baptista e Dani Alves, oltre all'autorete di Roberto Ayala.