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Ufficiale, Kompany è il nuovo allenatore del Bayern Monaco: contratto lungo ma avrà poteri limitati

Il Bayern Monaco ha ufficializzato l’ingaggio di Vincent Kompany, nuovo allenatore dopo l’addio a Tuchel. Il belga arriva da una stagione fallimentare in Premier ma idee e filosofia, insieme all’endorsement d’eccezione di Guardiola, hanno fatto sì che firmasse contro ogni pronostico, per uno dei top club d’Europa. “Possesso palla, creatività, coraggio e aggressività”: queste le idee ribadite nelle prime dichiarazioni da neo allenatore dei bavaresi.
A cura di Alessio Pediglieri
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La nuova dirigenza del Bayern Monaco che si è costituita attorno al direttore sportivo Max Eberl e al direttore sportivo Christoph Freund ha deciso alla fine per un radicale cambiamento tecnico: il successore di Thomas Tuchel è da oggi Vincent Kompany. Un tecnico senza effettiva esperienza né allori in panchina, che arriva da una stagione fallimentare in Premier League ma che ha dimostrato di avere idee e filosofia di gioco da poter adottare anche nel club tedesco. Dove ha sottoscritto un triennale ma non avrà i pieni poteri di cui godeva con il Burnley.

Dopo qualche giorno di indiscrezioni, dunque, è arrivata la conferma ufficiale: il 38enne Vincent Kompany è succeduto a Thomas Tuchel, con decorrenza 1° luglio e ha sottoscritto un contratto fino al 2027. Per averlo subito, il Bayern Monaco ha deciso anche di andare incontro al Burnley, appena retrocesso della Premier League, pagando al club inglese un bonus di oltre 10 milioni di euro. Una scelta tecnica per molti "azzardata" da parte di uno dei top club d'Europa che ha puntato su un allenatore emergente, dalle possibili grandi potenzialità ma dalle pochissime garanzie.

Le prime parole di Kimpany da allenatore del Bayern

Dal piccolo Burnley al grande Bayern, per Kompany si tratta del classico doppio salto mortale a livello professionale, ma l'ex stella del City non si è scomposto nemmeno nelle prime dichiarazioni ufficiali da neo tecnico dei bavaresi: "È un grande onore poter lavorare per questo club che è un'istituzione nel calcio internazionale". Poi è entrato nella propria filosofia calcistica: "Come allenatore, voglio difendere ciò che fa parte della mia personalità: amo avere la palla, essere creativo e dobbiamo anche essere aggressivi in ​​campo e coraggiosi. Ora non vedo l'ora di dedicarmi alle cose basilari: lavorare con i giocatori, formare una squadra. Quando le fondamenta saranno gettate, il successo arriverà"

Perché il Bayern ha scelto Kompany come nuovo tecnico

La risposta sta proprio nelle parole del belga pochi istanti dopo aver messo la firma sul contratto. Per il dopo Tuchel c'era una lunga lista di papabili successori da quando, mesi, fa era arrivata la notizia della chiusura dell'accordo a fine stagione. Xabi Alonso, Julian Nagelsmann, Ralf Rangnick, Hansi Flick, Unai Emery, Erik ten Hag, Oliver Glasner e Roberto De Zerbi tra i principali e anche un ultimo tentativo di richiamare a sé lo stesso Tuchel, andato a vuoto. Poi, la scommessa: Vincent Kompany che Karl-Heinz Rummenigge ha confermato aver avuto un "padrino" molto particolare: Pep Guardiola. L'allenatore del City conosce bene la realtà bavarese e lo stesso Kompany di cui ha sempre detto che sarebbe diventato un grande anche in panchina.

Come giocherà il Bayern di Kompany

A fronte di questo tipo di garanzia, la realtà è che la filosofia espressa in due anni di Burnley si sposa con quella del Bayern. Kompany, tra lo scorso straordinario anno con la promozione in Premier e l'attuale finito con una immediata retrocessione, ha riassunto il meglio di come sa giocare. Si basa su un 4-3-3 che si trasforma all'occorrenza in 4-2-3-1, modo di giocare molto caro in Baviera. Che si trasforma in un più spregiudicato assetto offensivo in caso di possesso palla. Il suo Burnley, al di là dei risultati deludenti, ha mostrato sempre personalità, gestione della partita, un approccio sempre propositivo e la capacità di cambiare in corsa. Certo, le qualità tecniche a disposizione di Kompany erano limitate, al Bayern si ritroverà a proporre lo stesso calcio con dei campioni.

L'impatto di un grande club e di grandi talenti a disposizione, poi, non dovrebbe essere un gap per chi da calciatore ha vinto l'impossibile e giocato con fior di campioni. Ciò che non potrà portare in panchina con l'esperienza da tecnico, la porterà con la personalità e la nomea internazionale di cui gode da sempre. Si dovrà ancora capire chi resterà in squadra e chi no. Al momento gli unici davvero certi e sereni di continuare anche con Kompany sono Harry Kane e Leroy Sané, mentre tutti gli altri, da Kimmich a Upamecano passando per Goretzka, Gnabry o Coman, scopriranno il proprio destino nei prossimi giorni.

Il suo ruolo nel Bayern, poteri limitati

Fin qui le aspettative e le speranze che hanno spinto la dirigenza bavarese ad affrontare la scommessa in panchina, provando a sottolineare questi presupposti di partenza. Con un però: così come al Burnley Kompany non aveva veri e propri campioni, ma poteva disporre di una autonomia assoluta sia nelle scelte che nelle dinamiche di mercato, al Bayern tutto questo non gli sarà concesso. Le sue idee resteranno intatte, ma il suo lavoro si limiterà al campo, con poteri decisamente limitati alla preparazione delle partite.

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