Ucraina sospettosa sul mancato rigore contro l’Italia: l’inquietante coincidenza tra gli arbitri
Una coincidenza inquietante in occasione del rigore non concesso dall'arbitro, Gil Manzano, per fallo di Cristante su Mudryk. In Ucraina gridano legittimamente allo scandalo, sollevano proteste furibonde (arrivano perfino a parlare di "mafia" del calcio e paventare complotti) per la (non) decisione del direttore di gara, per il silenzio del Var e per quello scherzo delle designazioni che ha voluto quale ufficiale in cabina di regia Juan Martínez Munuera.
C'era sempre lui davanti ai monitor a giugno di un anno fa, quando l'Ucraina (ma allora in panchina c'era Petrakov) si vide negare un penalty altrettanto clamoroso durante la sfida decisiva con il Galles per qualificarsi ai Mondiali di Qatar 2022. Protagonista di quel frangente fu Yarmolenko: sei minuti dopo aver provocato un'autorete, provò a riscattarsi affondando la giocata in area approfittando di un errore in disimpegno di un avversario. Era Joe Allen che, nel tentativo maldestro di rinviare in ritardo il pallone, non si accorse dell'ucraino (che gli aveva rubato il tempo) e lo colpì con un pestone.
Allora come lunedì sera, l'arbitro (era un altro spagnolo, Antonio Mateu Lahoz) lasciò proseguire l'azione e il check del Var (dove si trovava ancora Juan Martínez Munuera) si concluse con la conferma della decisione del direttore di gara che, di fatto, aveva già valutato come non punibile quell'entrata molto ingenua quanto goffa e pericolosa.
Una strana cadenza di persone ed eventi che s'è ripetuta in un momento cruciale a livello sportivo e ha alimentato pesanti sospetti da parte dell'Ucraina, già prevenuta per le parole del presidente Uefa, Ceferin. Cosa aveva detto? "Se l'Italia non si qualifica agli Europei è un disastro", è la frase pronunciata qualche settimana fa e tornata in auge in queste ore, presa a esempio dagli ucraini a corredo delle accuse mosse nei confronti degli ufficiali di gara.
Il contatto Cristante-Mudryk come quello Allen-Yarmolenko, un déjà vu da schiumare rabbia. Quell'episodio avvenuto in pieno recupero avrebbe potuto cambiare il risultato della partita contro l'Italia e le sorti della qualificazione a Euro 2024: a prenotare il volo per la Germania sarebbe stata la selezione di Rebrov con gli Azzurri condannati a giocarsi il tutto per tutto nei playoff di marzo.
Invece no, l'intervento in ritardo compiuto a pochi passi da Donnarumma è stato inspiegabilmente ignorato, valutato con indulgenza perché, al netto della eventuale segnalazione dalla cabina di regia, a prevalere è stata la risoluzione del fischietto spagnolo. Al 93°, in pieno recupero e col tempo quasi scaduto (mancavano un paio di giri di lancette ancora), ha ritenuto non vi fossero gli estremi per assegnare il tiro dal dischetto.
Un'opzione che ha spaccato perfino i giornalisti della Rai tra chi, come il telecronista Alberto Rimedio, ha ammesso con molta onestà che l'entrata di Cristante poteva essere sanzionata con un penalty e chi, da studio come Alessandro Antinelli e Daniele Adani, ha puntato l'attenzione sulla teatralità della caduta dell'esterno ucraino, fattore che deve avere influenzato l'arbitro che nel corso della partita me ha spesso svilito la tendenza ad accentuare gli scivoloni nei contrasti.