Tutta l’amarezza della Fiorentina per Vlahovic alla Juve: lo cancella con 19 parole
Incassare 80 milioni di euro (70 + 10 di bonus) e non essere per nulla felici si può. La Fiorentina ha venduto Dusan Vlahovic alla Juventus strappando l'accordo più alto mai siglato nella storia della Serie A durante la sessione di mercato invernale raggranellando un tesoretto che permetterà alla Viola di rinforzare la rosa a disposizione di Vincenzo Italiano, ma nonostante ciò tra i toscani nessuno sembra essere contento per questa operazione. Non lo sono i tifosi che, già prima dell'ufficialità, hanno chiaramente espresso il proprio dissenso per il passaggio dell'attaccante serbo agli storici rivali della Juventus (anche offendendo pesantemente il classe 2000 arrivando fino alle minacce di morte), non lo è l'allenatore che, nonostante l'arrivo di Piatek e Cabral, perde un centravanti capace di segnare 39 gol tra Serie A e Coppa Italia negli ultimi 13 mesi.
Ma, paradossalmente, non lo è soprattutto la Fiorentina che prima di cedere il calciatore ha cercato in tutti i modi di rinnovare il suo contratto e trattenerlo o, comunque, una volta capito che non c'erano più margini per prolungare la sua permanenza in Toscana, non venderlo almeno alla squadra con cui la rivalità per i propri tifosi è più sentita. La società gigliata alla fine, per ragioni economiche, si è trovata costretta suo malgrado ad accettare la volontà del talento serbo che voleva soltanto la Juventus.
Nonostante ciò però sorprende comunque il freddo comunicato con cui la Fiorentina ha annunciato la cessione di Dusan Vlahovic ai bianconeri: "ACF Fiorentina comunica di aver ceduto, a titolo definitivo, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Dusan Vlahovic alla Juventus". Solo diciannove parole, il minimo indispensabile per comunicare la cessione. Nessun saluto e/o ringraziamento (e nemmeno una menzione sui social network) quindi a quel ragazzo che, al di là delle beghe contrattuali, ha trascinato a suon di gol la squadra viola per 13 mesi, comportandosi in allenamento e in partita sempre da professionista fino all'ultimo giorno, e che ha comunque permesso mettere a bilancio una plusvalenza monstre e tanti soldi in cassa. Quel ragazzo che forse, nonostante tutto, un addio probabilmente lo avrebbe meritato.