Tutta la frustrazione di Vlahovic in panchina: Allegri gli sussurra una parola, non basta
Pagella ampiamente insufficiente per Dusan Vlahovic dopo Milan-Juventus. Nella disastrosa serata di San Siro che ha messo a nudo ancora una volta i limiti della squadra bianconera, c'è da registrare la prestazione non all'altezza del numero 9 serbo. Al netto della grande generosità, l'ex Fiorentina non è riuscito praticamente mai a rendersi pericoloso, come confermato dallo 0 alla casella dei tiri verso la porta di Tatarusanu. Il nervosismo al momento del cambio è la fotografia del momento del calciatore che dovrebbe essere al centro del progetto, come ribadito a più riprese dai dirigenti bianconeri.
Già, ma qual è il progetto soprattutto di gioco per mettere Vlahovic nelle condizioni di esprimersi al meglio? Questo probabilmente alimenta la rabbia del centravanti, che già in passato aveva mostrato la sua frustrazione in campo e fuori. Contro il Milan, Dusan definito prima del fischio d'inizio da Nedved un "piccolo Ibra", non è stato mai incisivo sbattendo a più riprese contro i difensori avversari. Quasi sempre spalle alla porta, Vlahovic si è reso protagonista anche dell'errore che ha dato il la all'azione del 2-0 di Diaz, a conferma di una serata davvero no.
A poco meno di un quarto d'ora dal termine della partita Max Allegri ha deciso di sostituirlo, gettando nella mischia Kean. L'allenatore della Juventus davanti alla sua panchina ha abbracciato Vlahovic, una volta uscita dal campo, sussurandogli a più riprese "tranquillo". Un tentativo rivelatosi inutile visto che Dusan di lì a poco ha scagliato con rabbia una bottiglietta a terra, fermandosi poi diversi minuti in piedi a fissare il campo impietrito con un'espressione rabbiosa.
Uno stato d'animo figlio sicuramente della consapevolezza della brutta prova disputata, con l'esigente Vlahovic molto arrabbiato con se stesso. Dall'altro canto però c'è anche da sottovalutare che il gioco inesistente della squadra non lo ha mai praticamente messo in condizione di rendere al meglio. Pochi i palloni giocabili per l'attaccante che ha dovuto perdersi spesso e volentieri nella battaglia uomo contro uomo, uscendone sconfitto. Da qui la necessità anche di abbassarsi, per cercare di prendere palla, perdendosi così tra le maglie rossonere.
I numeri parlando da soli: 0 tiri in porta, 11 passaggi riusciti e 9 sbagliati, un duello vinto e tre persi. Da una parte i suoi demeriti, dall'altra quelli di una squadra e del tecnico, incapaci di metterlo nelle condizioni migliori di esprimersi. D'altronde una delle principali critiche mosse ad Allegri (anche da Adani che ieri sera ha pubblicato un tweet che è apparso rivolto proprio al mister) è quella di non riuscire a valorizzare i suoi giocatori più incisivi e in primis quel Vlahovic che paga anche dazio al nervosismo.