Tudor dà la scossa alla Juventus già dal primo giorno: cosa ha detto nell’incontro con i calciatori

La Juve cambia. E non solo uomini. Con l'arrivo in panchina di Igor Tudor al posto dell'esonerato Thiago Motta non si vuole solo dare un segnale ai calciatori, ma rivoluzionare completamente l'ambiente e ciò a cui ci si era abituati in questi ultimi nove mesi passati sotto la guida tecnica dell'italo-brasiliano. Un qualcosa che è apparso evidente fin dal primo giorno da allenatore bianconero del croato che nel discorso ai calciatori prima e durante il primo allenamento poi ha subito mostrato un atteggiamento e un modo di fare quasi opposto rispetto al suo predecessore. E, anche se di fronte aveva solo un numero di giocatori ridotto causa assenza dei nazionali, il messaggio è arrivato chiarissimo.
Già quanto avvenuto nelle prime ore del mattino, con lui arrivato alla Continassa con largo anticipo rispetto all'orario d'inizio dell'allenamento mentre Thiago Motta svuotava il suo armadietto per lasciare nel silenzio (solo Mbangula inizialmente ha rivolto un saluto pubblico al tecnico, con Bremer che poi si è aggiunto al compagno in tarda serata) la Juventus, aveva figurativamente rappresentato il passaggio di consegne tra i due. Ma è stato il discorso fatto ai calciatori, alla presenza del direttore dell'area tecnica Cristiano Giuntoli, che ha fatto subito capire a tutti che la musica è cambiata.

Igor Tudor è lì per svegliare dal torpore una Juventus che Thiago Motta con il suo atteggiamento serafico non è mai riuscita a rivitalizzare. Ed è lì per far capire, ad un gruppo di calciatori senza senatori, cosa significa fare parte della società bianconera. E chi meglio di lui che è alla sua terza esperienza alla Vecchia Signora (da calciatore dal 1998 al 2006, da vice di Andrea Pirlo nella stagione 2020-2021 e ora da allenatore) può farlo? Sono bastate pochissime parole per far capire a tutti chi è e cosa vuole: "Siamo la Juventus, dimostriamo sul campo di essere degni di questa maglia" è infatti, in sintesi, il messaggio trasmesso ai giocatori nel suo primo discorso da allenatore in capo.

E anche come intende ottenerlo è apparso subito chiaro quando ha diretto il suo primo allenamento: Igor Tudor urla e trasmette continuamente energia ai suoi calciatori, un approccio diametralmente opposto a quello avuto da Thiago Motta da inizio anno. Questo il metodo scelto per rivitalizzare una Juventus spenta e cercare di raggiungere l'ultimo obiettivo stagionale rimasto ad una squadra che, dopo il costoso mercato estivo, si era presentata al via con ben altre ambizioni ma che ora può (e deve) centrare il quarto posto in classifica per assicurarsi gli introiti della Champions League anche nella prossima stagione.
Il suo lavoro è appena cominciato e non sarà facile. Ora attende che tornino i nazionali per dare veramente il via alla ricostruzione. Nei prossimi giorni infatti farà dei colloqui individuali con i calciatori perché, oltre che sul fisico, sa che dovrà lavorare tanto sulle loro teste: trasmettere la sua voglia e il suo entusiasmo alla squadra, creare sintonia con il gruppo e far crescere in convinzione e personalità i tanti talenti presenti nella rosa bianconera. E dovrà fare tutto in pochissimo tempo: sabato si scende in campo contro il Genoa nel match che apre di fatto la volata finale per un posto nella prossima Champions League e che quindi rappresenta già un'occasione in cui per la nuova Juventus di Igor Tudor è vietato fallire.