Tuchel e la vendetta dell’eterno secondo: la Champions col Chelsea e il Portogallo nel destino
“Ancora tu, non mi sorprende lo sai”. A distanza di nove mesi Thomas Tuchel è arrivato di nuovo in finale di Champions League ma questa volta il tecnico di Krumbach, a differenza dello scorso agosto, la coppa l’ha portata a casa. Gara disputata nella stessa nazione ma squadre e esito diverso. Sì, perché dallo scorso inverno l'allenatore tedesco è passato dalla panchina del Paris Saint-Germain a quella del Chelsea, con un breve stop ai box per ricaricarsi. Thomas ha accettato la sfida che il club londinese gli ha proposto e in pochissimi mesi i Blues sono diventati una squadra ‘vera’. Nei sei mesi precedenti al cambio in panchina, la squadra di Stamford Bridge non sembrava avere una identità ma appena è arrivato Tuchel la musica è cambiata: l’ex difensore ha messo a posto il reparto arretrato e ha responsabilizzato alcuni calciatori in maniera eccellente, riuscendo anche a lavorare sulle rotazioni soprattuto nel reparto offensivo.
Un lavoro davvero importante perché ha permesso al Chelsea di rimontare in Premier, piazzandosi tra le prime quattro dopo un inizio non positivo; di arrivare in finale di FA Cup, persa con il Leicester; e di vincere la seconda Champions League della sua storia con un percorso davvero notevole. Tuchel ha valorizzato il mercato stratosferico che la società di Roman Abramovich aveva fatto la scorsa estate e ha messo al centro del suo progetto tattico dei calciatori che si sono rivelati decisivi nella seconda parte dell’anno.
Il Chelsea è riuscito nell’impresa di vincere per la seconda volta nella sua storia la Champions League dopo un avvicendamento tecnico in panchina, la prima volta era accaduto con l’esonero di Villas-Boas e l’arrivo di Di Matteo, e ha agganciato a due trionfi Juventus, Benfica, Nottingham Forrest e Porto. Un passo in avanti importante per il club londinese in ambito europeo e un'affermazione decisiva per Tuchel, che rispetto a tanti altri suoi colleghi non ha mai goduto di una ‘buona stampa’ nonostante abbia sempre lavorato bene nelle squadre in cui è andato e ha conseguito risultati importanti. I suoi modi poco ammiccanti non lo hanno mai reso un ‘personaggio’ ma stasera si è preso la sua rivincita. Thomas, classe 1973, ha iniziato il suo viaggio calcistico da Stoccarda e ha toccato i picchi più alto in Portogallo: dopo l’esito negativo del primo appuntamento questa volta Tuchel non ha sbagliato e l’uomo che è stato sempre dipinto come ‘eterno secondo’ ha riscritto la sua storia e quella del suo club.