Tuchel è al Bayern ma non dimentica l’esonero al Chelsea: “Uno shock, solo 3 minuti per licenziarmi”
Ognuno di noi ha il proprio destino. Questa è una frase fatta, una frase classica, che di tanto in tanto rispunta. Sicuramente calza a pennello per Thomas Tuchel che il suo destino se l'è costruito vincendo la Champions con il Chelsea, ma che in questi ultimi mesi ha vissuto esattamente la stessa situazione che gli era capitata due anni fa. Esonerato da una squadra a nemmeno metà campionato è salito a bordo di un'altra big. Due anni fa passò dal Psg al Chelsea, ora è sulla panchina del Bayern Monaco, e alla vigilia dell'esordio in campionato Tuchel è tornato a parlare del licenziamento subito dai Blues.
Thomas Tuchel alla vigilia del Natale 2020 è stato esonerato dal PSG, pure se aveva il campionato in pugno ed era in corsa in Champions. Un mese dopo passò al Chelsea, con cui vinse clamorosamente a fine stagione la Champions League. Altri due trofei vinti nella stagione successiva, un avvio traballante, ma non sportivamente drammatico, gli è costato il posto a inizio settembre. Un esonero sorprendente. I buoni risultati però gli hanno dato fama a livello internazionale e tanti club lo hanno sondato, il Bayern ha deciso di puntare subito su di lui, liquidando sorprendentemente Nagelsmann, in corsa in tutte le competizioni.
Alla vigilia del Del Klassiker, il tecnico ha parlato con fiducia della sua nuova avventura, sa di non poter sbagliare e sa soprattutto di avere una rosa di prim'ordine: "Percepiamo un'energia positiva, tutti hanno grande voglia. Conosciamo l'importanza dell'incontro. Le buone notizie sono tante, sono tutti a disposizione, tranne Tel, Lucas Hernandez e Neuer. Musiala ha svolto oggi l'allenamento completo e domani ne farà un altro".
Ma nella conferenza stampa che ha preceduto Bayern-Borussia le domande principali sono arrivate sull'esonero subito dal Chelsea lo scorso settembre. Tuchel non si è nascosto, ha fatto capire di aver sofferto molto per quella decisione, che non si aspettava.
Né per i risultati né perché considerava il Chelsea una famiglia: "È stato uno shock. Erano le 8 del mattino, o qualcosa del genere. Ed è durato dai tre ai cinque minuti. Inoltre non ero dell'umore giusto per parlare più a lungo. La decisione ormai era stata già presa. E dire che pensavo di essere al posto giusto al momento giusto, sentivo di poter fare ancora grandi cose e avrei voluto rimanere più a lungo. Non facevo più parte del gruppo, che sembrava una famiglia".