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“Tu sì che sei un uomo”. Maria Marotta primo arbitro donna in B contro ogni pregiudizio

Nella partita tra Reggina e Frosinone dello scorso lunedì, Maria Marotta ha esordito in Serie B ed è diventata la prima donna ad arbitrare una partita della serie cadetta. In un’intervista al Corriere della Sera, ha raccontato la sua soddisfazione e i suoi esordi nell’hinterland napoletano, quando in un derby tra San Giorgio ed Ercolano espulse un calciatore della squadra ospite e dagli spalti si alzò una voce: “Arbitro, tu sì che sì n’omm”.
A cura di Valerio Albertini
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Maria Marotta è stata la prima donna ad arbitrare una partita di Serie B. È accaduto lo scorso lunedì, nel match tra Reggina e Frosinone. Si tratta di una data storica per il calcio italiano, sempre più inclusivo nei confronti delle donne.

Trentasettenne di San Giovanni a Piro, comune della provincia di Salerno, Maria ha coronato un percorso partito da lontano, per il quale ha fatto e fa tuttora molti sacrifici, tra cui "giorni e giorni di allenamenti, diete e palestre". E poi la rinuncia ai figli, perché "finora non ho avuto neanche il tempo di fermarmi". Ha, però, un marito, al quale ha dedicato il primo arbitraggio in Serie B.

L'esordio in Reggina-Frosinone e il suo modo di arbitrare

Reggina-Frosinone è stato il suo battesimo nella serie cadetta, una gara che l'ha inorgoglita soprattutto per il trattamento che le è stato riservato, come ha raccontato al Corriere della Sera:

Solo adesso sto realizzando, sono stati giorni intensi di emozioni e fatica. La partita è andata bene, ho diretto con determinazione e concentrazione. Ho davvero apprezzato l’accoglienza che mi hanno riservato le due squadre e gli attestati di affetto e stima che ricevuti da calciatori e dirigenza a fine match.

Maria Marotta non si accontenta, è determinata ad andare avanti mantenendo inalterato il suo modo di arbitrare:

Ho rivisto la partita per capire in cosa posso migliorare. Interagisco con i calciatori dando loro del lei e pretendo che facciano altrettanto. Mi piace scherzare e sorridere, ma sul campo devo far rispettare le regole.

Il suo percorso

Come detto, il percorso della prima donna ad arbitrare in Serie B è stato molto lungo, ma portato avanti con una passione per il calcio che ha fin da quando è bambina:

Nel 2002 ho fatto il corso alla sezione Aia di Sapri e da lì ho fatto tutte le categorie: allievi, promozione, eccellenza. Andavo per campi da sola, prendendo i mezzi pubblici. Ho arbitrato un po' dappertutto, ricordo un derby San Giorgio-Ercolano: espulsi un calciatore della squadra ospite e dagli spalti si alzò una voce: “Arbitro, tu sì che sì n’omm”.

Nonostante la grande soddisfazione raggiunta, Maria Marotta ha intenzione di restare umile e non vuole porsi obiettivi a lungo termine:

A luglio saprò se arbitrerò ancora in Serie B. Per ora sono al terzo anno in C, dove in questa stagione ho arbitrato 13 partite. Sono arbitro internazionale dal 2016: nel 2017 ho diretto una semifinale degli Europei Under 17 e nel 2019 la finale Under 19.

L'invito alle ragazze

L'arbitro si dice soddisfatta dell'importanza che le donne stanno acquistando nel calcio italiano e spera che altre ragazze seguano la sua strada:

Non mi è mai capitato di arrivare sul campo e vedere qualche faccia storta… Né ho mai ricevuto minacce o qualche messaggio brutto sui social. Invito le ragazze a prendere parte ai corsi per arbitri. È una scuola che forma, educa e che a me ha cambiato la vita.

Maria Marotta è stata la prima ad abbattere questo muro e adesso non vede l'ora di vedere altre colleghe sui campi di Serie B, in attesa che una donna italiana possa arbitrare in Serie A e, chissà, anche in campo internazionale.

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