“Tu sapevi che lui era lì”, Pep Guardiola racconta la grandezza di Roberto Baggio
Pep Guardiola forse arriverà in Italia ma in Italia e il calcio italiano lo ha già assaporato in passato, da giocatore. Un anno a Brescia, un anno a Roma. Poi, la strepitosa avventura da allenatore in giro per il mondo, prima in Spagna poi in Germania e quindi in Inghilterra. Per forse tornare in Italia. Ospite alla ‘BoboTv' di Christian Vieri il tecnico del City campione d'Inghilterra non ha svelato nulla sul suo futuro ma si è divertito a ricordare qualche aneddoto gustoso ai tempi del Brescia, agli ordini di Carletto Mazzone, dove ha vissuto una stagione insieme ad altri campioni, tra i primi Roberto Baggio, il ‘codino' con cui ha condiviso il piacere di giocare a pallone.
Due giocatori dai piedi splendidi, dalla mentalità vincente, dall'intelligenza calcistica come pochi. Guardiola e Baggio hanno permesso agli amanti e agli esteti del pallone di godersi il gioco del pallone, vivendo momenti importanti in una realtà di provincia che ha sognato e ha provato ad alzare la voce nel calcio che conta. "Abbiamo avuto sfortuna" ricorda Pep "perché eravamo una ottima squadra con tanti giocatori bravi, un gruppo unito, un ambiente sano. Poi gli infortuni e gli inconvenienti non ci hanno permesso di vivere tutto nel modo migliore".
Roberto Baggio e il ‘dono' in campo
Però, in quel Brescia, i ricordi sono vivi e chiari anche a distanza di anni e Guardiola non lo nasconde: "E' stata una esperienza indimenticabile, una avventura che mi è servita e che non dimenticherò mai". Come non dimentica la sua conoscenza di Roberto Baggio, il Divin Codino che a Brescia stava chiudendo la sua splendida carriera "Un giocatore dall'intelligenza incredibile, anche quando era oramai fisicamente indebolito dagli infortuni, sapeva sempre cosa fare". E così, il ricordo si fa più vivido "Roberto aveva un dono: capiva sempre dove farsi trovare in campo, nello spazio vuoto sempre smarcato. Tu sapevi che lui era lì, e lui c'era".
Gli aneddoti di Mazzone, tra cani doping e zone del campo
Grande giocatore, uomo immenso, per Guardiola: "Un uomo limpido, sereno, una splendida persona anche fuori dal campo, simpatica e divertente". Tanto che era voluto bene da tutti, anche da quel ‘burbero' di Mazzone di cui Guaridola ricorda aneddoti altrettanto particolari. "Una volta si infuriò perché in campo c'era un cane. Urlò di mandarlo via, poi quando seppe che era di Baggio restò subito in silenzio facendo finta di nulla. Per me si è comportato come un padre, anche durante il problema del doping e quando arrivai e lo vidi per la prima volta mi disse che non mi avrebbe preso fosse stato per lui. Io ho già Giunti, mi disse, e ora come faccio a gestirvi? Un uomo speciale come quando spiegava in allenamento e non capivo nulla di quello che diceva".