Trevisani ricorda Bruno Pizzul: “Quando penso al lavoro del telecronista parto sempre da lui”

La morte di Bruno Pizzul ha lasciato inevitabilmente un vuoto nel mondo del calcio italiano e in quelle generazioni che hanno visto la loro passione alimentarsi con la sua inconfondibile voce come colonna sonora. Le sue telecronache, soprattutto quelle della Nazionale italiana, così come i gesti tecnici dei calciatori in campo, sono entrate nella storia di questo e sono diventate un vero e proprio manuale d'istruzioni per chi dopo di lui ha voluto intraprendere il lavoro di telecronista sportivo.
Non è un caso che parlando con i radiocronisti e i telecronisti che ancora oggi raccontano il calcio agli appassionati in radio, tv o streaming, tutti riconoscano in Bruno Pizzul un maestro oltre che l'emblema di questa professione. Un pensiero trasversale che attraversa le vecchie e le nuove generazioni di coloro che danno voce a tutto ciò che succede in campo durante una partita.

E tutto ciò è racchiuso nel ricordo di Bruno Pizzul che Riccardo Trevisani, giornalista di Mediaset, uno dei più noti e apprezzati telecronisti sportivi italiani attualmente in attività, ha affidato a noi di Fanpage appena appresa la notizia della scomparsa di colui che per buona parte degli appassionati, ma anche buona parte degli italiani in generale, rappresenta il telecronista per antonomasia.
"È stato la voce della mia infanzia, la prima telecronaca che ho ascoltato della nazionale e il primo ricordo, durante il Mondiale di Messico '86 – ci ha difatti raccontato Riccardo Trevisani –. Quando penso a questo lavoro e a come sia una passione cosi grande, parto sempre da Bruno Pizzul. Con lui era ‘tutto molto bello'" ha quindi chiosato il telecronista sportivo di Mediaset omaggiando la memoria del ‘maestro' Bruno Pizzul con quella che è senza dubbio una delle sue citazioni più iconiche, cioè quel "tutto molto bello" che nella sua semplicità racchiudeva un mondo.