Trentalange coinvolto nel caso D’Onofrio, rischia il deferimento: “Comportamenti rilevanti”
L'arresto di Rosario D'Onofrio, oggi ex Procuratore capo dell'Associazione Italiana Arbitri ha scosso nel profondo il sistema che guida e governa i fischietti italiani. Nell'ambito dell'inchiesta della Dda milanese attorno al traffico internazionale di droga, D'Onofrio ha subito il fermo mentre i vertici dell'Aia ne hanno preso via via le distanze ma nel corso delle indagini sono emerse diverse situazioni che vedrebbero coinvolti, a vario titolo e misura, anche i massimi esponenti del mondo arbitrale.
Nella mattinata di venerdì 9 dicembre, il capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè ha chiuso le indagini sulla vicenda che era scoppiata in tutto il suo fragore durante lo scorso mese di novembre. Sulla figura dello stesso D'Onofrio si erano dilungate ombre inquietanti su un suo passato più che torbido che, però, non gli aveva impedito di arrivare fino ai vertici dell'Aia, quando nel marzo 2021 sarebbe diventato Capo della Procura arbitrale. Una carriera pulita e rispettata tanto da ricevere anche riconoscimenti importanti per quanto fatto nell'ambito degli arbitri italiani. Il tutto, ovviamente, nascondendo i problemi con la giustizia finché la bomba è esplosa improvvisamente coinvolgendo tutto e tutti e costringendo il presidente Aia, Alfredo Trentalange, a raccogliere immediate dimissioni con provvedimento d'urgenza.
Eppure, nel corso delle stesse indagini effettuate sulla figura di D'Onofrio, sarebbero adesso emersi quelli che il capo procuratore federale Chinè definisce senza mezzi termini "comportamenti disciplinarmente rilevanti" da parte proprio del presidente dell’Aia, Trentalange che rischia ora il deferimento mentre l'Aia potrebbe venire commissariata. Il numero 1 Aia, secondo l'accusa, dunque, aveva la diretta ed esclusiva responsabilità delle nomine e anche se nei giorni successivi la bufera erano volati i classici stracci tra Trentalange e Nicchi (attuale e precedente presidente), ora a essere ancora al centro dell'occhio del ciclone è l'ex arbitro di Torino.
Perché Trentalange è chiamato in prima persona? Fondamentalmente perché ha omesso di verificare se D'Onofrio avesse realmente le carte in regola e le autentiche capacità di poter ricoprire il ruolo di capo procuratore dell'Aia. Un "comportamento omissivo, seguito da quello commissivo di proposta, che ha determinato la nomina del D'Onofrio" si legge negli incartamenti dove emergono anche i rapporti d'amicizia tra i due. Dunque, Trentalange difficilmente non poteva non sapere, quando lo ha nominato per una carica di vertice di un importante Organo di giustizia come quello di Procuratore nazionale Aia. Il tutto, mentre D'Onofrio era detenuto agli arresti domiciliari.
I legami e gli intrecci all'interno dell'Aia si sprecano nelle ricostruzioni degli inquirenti che hanno evidenziato un coinvolgimento evidente di Trentalange che sarebbe accusato anche di avere reso dichiarazioni non veridiche nel corso di un Consiglio Federale (dello scorso 15 novembre) il tutto sull'esistenza di essere a conoscenza "di un curriculum di Rosario D'Onofrio prima della sua nomina a Procuratore Aia, ai titoli di studio e professionali posseduti da quest'ultimo ed alle presunte, ma inesistenti, autocertificazioni rese dal medesimo" si legge ancora nei documenti.
Adesso, le conseguenze sia per Trentalange sia per il futuro dell'Aia possono diventare ancora più pesanti nel caso venissero confermate tutte le accuse a carico del Presidente. Trentalange potrà difendersi e dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati ma intanto la situazione è tornata in stallo e il presidente Gravina ha deciso di passare all'azione convocando un nuovo Consiglio Federale il prossimo 19 dicembre. Tra i punti all'ordine del giorno spicca la "situazione Associazione Italiana Arbitri: provvedimenti conseguenti". Cosa significa? Che Gravina e la Federcalcio si aspetteranno un passo indietro di Trentalange, possibilmente presentando le dimissioni, visto che rischia il deferimento con il rischio di commissariamento dell'Aia, fino alla totale conclusione delle indagini appare l'unica via per fermare l'emorragia in corso.